Questi dati sono contenuti nel “Piano specifico di prevenzione e gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi”, pubblicato in questi giorni, che il Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, deve presentare ogni anno al Ministero dell’Ambiente.
“Nel 1998, quando è stato istituito il Conai, la percentuale di recupero e riciclo era inferiore al 20%, ha detto il Presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo. Da allora i quantitativi che hanno evitato la discarica sono sempre cresciuti. Anche per l 2020 prevediamo un miglioramento delle performance complessive. Non dimentichiamo che l’Italia ha già praticamente raggiunto gli obiettivi di riciclo fissati dall’Unione Europea per il 2025″ (sono quelli contenuti nelle direttive in corso di recepimento negli Stati membri).
Per quanto riguarda i diversi materiali, infatti, si prevede di avviare a riciclo 382 mila tonnellate di imballaggi in acciaio, il 78,8% dell’immesso al consumo; 53 mila tonnellate di imballaggi in alluminio, il 74,6%; 4 milioni 65 mila tonnellate di imballaggi in carta, l’81,2%; 2 milioni 24 mila tonnellate di imballaggi in legno, il 64,7%; un milione 122 mila tonnellate di imballaggi in plastica, il 48,1%; 2 milioni 62 mila tonnellate di imballaggi in vetro, l’81,4% dell’immesso al consumo.
“Questi risultati hanno per il Sistema consortile un valore ancora più positivo di quello numerico, conclude il presidente Quagliuolo. In un contesto come quello attuale, in cui risentiamo di una drammatica carenza di impianti e assistiamo al crollo delle materie prime seconde, il nostro sistema dei consorzi continua a sostenere l’industria del riciclo dimostrando l’efficacia del suo ruolo di sussidiarietà al mercato”.