La bozza di Decreto Crescita si avvia alle battute conclusive: entro la settimana il testo dovrebbe essere esaminato in Consiglio dei Ministri per ridare ossigeno, insieme al cd. Decreto “Sblocca cantieri”, al settore dell’edilizia grazie al rafforzamento degli incentivi fiscali per riqualificare gli edifici, e alla semplificazione degli adempimenti burocratici per sbloccare i cantieri.
Tra le novità contenute nell’ultima bozza, dovrebbero essere presenti, tra le altre, misure per il sostegno all’edilizia e alla valorizzazione del mercato immobiliare attraverso incentivi per la demolizione e la ricostruzione di fabbricati preesistenti che versano in stato di elevato degrado.
In particolare, è prevista l’applicazione dell’imposta di registro e delle imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna per i trasferimenti di interi fabbricati a favore di imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che, entro i successivi dieci anni, provvedano alla demolizione e ricostruzione degli stessi, anche con variazione volumetrica rispetto al fabbricato preesistente, nonché all’alienazione degli stessi.
Il decreto inoltre vuole favorire gli interventi antisismici sugli immobili mediante l’estensione del sismabonus alle zone 2 e 3 di rischio: la detrazione oggi riguarda sologli edifici in zona 1 e, come è noto, consiste nella detrazione fiscale del 75% in caso di miglioramento di una classe della classificazione energetica e dell’85% in caso di passaggio di due classi, nonché nella cedibilità per gli incapienti.
Nel Dl Crescita sono contenute anche disposizioni finalizzate a favorire la riqualificazione degli immobili attraverso la detraibilità delle spese per il risparmio energetico: si introduce l’equiparazione della posizione delle ESCo (società che operano nel campo dell’efficienza energetica) a quella del proprietario dell’immobile, prevedendo che la ESCo possa divenire direttamente titolare della detrazione. Il diritto al beneficio fiscale si configurerebbe così direttamente in capo a chi finanzia, realizza e assume la responsabilità del risultato sull’investimento, producendo una significativa semplificazione del modello esistente.
Nel provvedimento si stabilisce infine che il Ministero per lo Sviluppo Economico può procedere all’assegnazione automatica, in favore delle amministrazioni comunali, di contributi pari a 600 milioni di euro per l’anno 2019, per la realizzazione di progetti relativi a investimenti nel campo dell’efficientamento energetico e dello sviluppo territoriale sostenibile. Tali contributi sono destinati ad esempio ad interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale, per l’abbattimento delle barriere architettoniche, nonché a progetti in materia di mobilità sostenibile.