Si è svolta con successo la demolizione con esplosivo di palazzo Mangeruca, ecomostro sequestrato alla ‘Ndrangheta nel 2007, a Melissa, nel crotonese, affacciato su un tratto di mare fra i più suggestivi della Calabria.
Dopo 16 anni di iter giudiziario, i sei piani dell’edificio sono stati abbattuti con 400 kg di esplosivo mediante una demolizione programmata in modo da evitare ogni impatto di detriti e polveri sull’ecosistema che circonda l’immobile. L’operazione è stata effettuata dalla Società Impresa Lavori Stradali Srl, affiancata dalle società partner Deam Ingegneria srl, Deton srl e Misiano Ingegneria srl e dal supporto di 40 maestranze tra operai e tecnici specializzati.
L’edificio abusivo era un ex mobilificio di 6 piani e 6000 mq, sulla statale 106. Era stato sequestrato nel 2007 e successivamente confiscato (2009) a Costantino Mangeruca, ormai deceduto, presunto prestanome della cosca “locale”.
L’abbattimento è stato voluto dalla Giunta della Regione Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto, che il 15 maggio 2022 ha stanziato, su proposta dell’allora assessore al Turismo, Fausto Orsomarso, 700mila euro per la distruzione di Palazzo Mangeruca e la successiva realizzazione di un’area sosta camper. Proprio all’operato di Occhiuto si rivolge in una nota il vicepresidente della Commissione Antimafia, Mauro D’Attis: “Oggi in Calabria lo Stato cancella con decisione i simboli della ‘ndrangheta con la demolizione dell’ecomostro di Melissa (Crotone). Non posso che plaudere all’operato del presidente Roberto Occhiuto per una giornata che segna lo stacco culturale tra le istituzioni e le organizzazioni criminali e conferma la forza della legalità contro ogni forma di sopraffazione”.
“È un giorno importante per tutta l’Italia. È un segnale di vittoria della legalità ed era molto importante che il governo fosse presente oggi in Calabria, insieme a tutte le altre istituzioni”, ha aggiunto il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, giunto a Torre Melissa per l’occasione.
Qui i dettagli della demolizione.