Incentivare l’acquisto di compost di qualità e di prodotti derivanti dal riciclo di rifiuti: si tratta della novità – inserita nell’articolo 26 del Decreto Crescita – che coinvolgerà tutti i soggetti titolari di reddito da lavoro autonomo, ai quali verranno riconosciuti crediti di imposta a fronte dell’acquisto di prodotti derivanti dalla raccolta differenziata.
Per l’anno 2020 infatti verrà riconosciuto un contributo pari al 25% del costo di acquisto di compost di qualità derivante dal trattamento della frazione organica differenziata dei rifiuti, e di semilavorati e prodotti finiti derivanti, per almeno il 75% della loro composizione, dal riciclaggio di rifiuti o di rottami.
Per quanto riguarda il compost, in particolare, il contributo sarà riconosciuto fino ad un importo massimo annuale di 10.000 euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per l’anno 2020.
“È la prima volta che a livello nazionale si introduce una misura di incentivo economico all’utilizzo del compost”, dichiara Massimo Centemero, direttore Consorzio Italiano Compostatori CIC. “Riteniamo sia un passaggio importante e, aldilà del valore intrinseco, l’iniziativa è portatrice di un messaggio positivo per l’intero settore. Incentivare i professionisti all’acquisto di compost di qualità significa sostenere le aziende virtuose e invogliare tutti i cittadini a migliorare la raccolta differenziata delle proprie città, diffondendo sul territorio nazionale un fertilizzante naturale che deriva dalla trasformazione della frazione organica e che rappresenta uno dei migliori prodotti dell’economia circolare”.
“Si tratta, inoltre, di un primo intervento che viene fatto in direzione della tanto auspicata decarbonizzazione. In Italia si producono, annualmente, circa due milioni di tonnellate di compost che consentono di evitare l’estrazione di 8.000 tonnellate di fosforo, elemento che si stima verrà completamente esaurito nell’arco di 70 anni. Grazie al compost si prevede anche un risparmio di 35.000 tonnellate di azoto, senza contare un arricchimento dei suoli di circa 1 milione di tonnellate di sostanza organica”.
Tuttavia nel contempo, con l’avvicinarsi del mese di agosto, “stiamo assistendo ad una vera e propria crisi ed emergenza per quanto riguarda l’umido”, conclude Centemero. “La carenza impiantistica nel centro sud, unita alla diminuzione della ricettività da parte di alcuni impianti e all’aumento della produzione di umido nella stagione estiva, sta letteralmente mandando in emergenza alcune municipalità. Da tempo il CIC chiede un Piano nazionale per il rifiuto organico, interventi strutturali per la costruzione di impianti dedicati soprattutto nelle regioni Lazio, Campania, Sicilia, Puglia e Calabria”.