Oltre 18 milioni di oggetti venduti su Subito nel 2018 hanno evitato emissioni nocive in atmosfera (+10,3% sul 2017), ma anche l’utilizzo di 276.700 tonnellate di plastica
Campania e Lombardia le regioni più virtuose, seguite dall’Emilia Romagna
L’economia dell’usato in Italia vale 23 miliardi di Euro, l’1,3% del PIL [1]. Comprare e vendere usato è un gesto sempre più diffuso, praticato da 1 italiano su 2 nel 2018 [2], che oltre ad avere un forte impatto economico, ha un impatto ambientale forse ancora più importante. Ipotizzando infatti che per ogni oggetto usato comprato venga evitata la produzione del corrispettivo nuovo, e per ogni oggetto venduto venga evitata la dismissione in discarica, qual è il risparmio generato in termini di emissioni nocive evitate all’ambiente?
La ricerca Second Hand Effect, condotta per il quarto anno consecutivo dall’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (IVL), ha quantificato l’impatto ambientale della compravendita su Subito utilizzando il metodo LCA, per determinare il risparmio in termini di emissioni di CO2 e di materie prime. Solo su Subito, azienda n. 1 per vendere e comprare online in Italia, sono stati venduti oltre 18 milioni di oggetti, che hanno generato un risparmio di 5 milioni di tonnellate di CO2, in crescita rispetto all’anno precedente del +10,3%.
Ma a cosa corrispondono 5 milioni di tonnellate di CO2? Alle emissioni prodotte da 4,8 milioni di voli a/r Roma-New York, o a quelle dovute alla produzione e al riciclo di 71,6 milioni di bicilette, 19,8 milioni di divani, 18,3 milioni di laptop, 22,4 milioni di passeggini, 364 milioni di paia di sneakers,7,6 milioni di kg di pasta o 66 milioni di iPhone 5. Ma soprattutto, evitare l’emissione di 5 milioni di tonnellate di anidride carbonica sarebbe come fermare il traffico di Roma per 15 mesi!
Comprando e vendono usato, non si evitano solamente le emissioni di anidride carbonica ma anche l’utilizzo di materie prime come plastica, alluminio e acciaio, tre materiali molto comuni nella produzione di beni di largo consumo. Sempre nel 2018 la compravendita su Subito ha fatto risparmiare 1,8 milioni di tonnellate di acciaio, 173.282 tonnellate di alluminio e 276.700 tonnellate di plastica, quella che servirebbe a produrre 5 miliardi di bottiglie in PET da 2 litri.
“In natura nulla si distrugge e tutto si trasforma, un concetto che si sposa perfettamente con la circolarità della second hand economy”, commenta Melany Libraro, CEO di Subito. “Dare nuova vita a un oggetto vuol dire anche contribuire al benessere del nostro Pianeta, in maniera concreta e praticabile da tutti. Ogni nostro singolo gesto ha in realtà un grande impatto. Ad esempio, la compravendita di un’auto usata permette di risparmiare 5,6 tonnellate di CO2, un computer portatile 270kg, un divano 250kg, un passeggino 220kg, uno smartphone 75kg, una sedia 72kg, una bici 69kg, un paio di jeans 33kg e una t-shirt 7,2kg. Siamo quindi orgogliosi di affermare che grazie a oltre 18 milioni di “piccoli gesti”, fatti dai nostri utenti nel 2018 abbiamo risparmiato non solo 5 milioni di tonnellate di CO2, ma anche 276.700 tonnellate di plastica, ovvero quanta ne serve per produrre 5 miliardi di bottiglie PET da 2 litri!”
Entrando nel dettaglio del nostro Paese, Subito ha calcolato quali siano le regioni in cui sono state risparmiate più tonnellate di anidride carbonica e quali siano quindi quelle da considerare come le più green. La Campania si conferma anche quest’anno come la regione più virtuosa, posizionandosi al primo posto con 770.437 tonnellate di CO2 risparmiate, ovvero il 15,5% del totale. Anche il secondo posto trova una conferma anno su anno con la Lombardia e le sue 664.677 tonnellate (13,4%), seguita dall’Emilia Romagna che quest’anno entra nel podio grazie a 525.255 tonnellate risparmiate (10,6%). Chiudono la top5 il Lazio, che perde una posizione e registra 471.891 tonnellate di CO2 risparmiate (9,5%), e il Veneto con 440.532 (8,9%).
Subito ha dedicato un approfondimento al Second Hand Effect che può essere consultato a questo link: https://secondhandeffect.subito.it/
A questo link è invece possibile trovare il video dedicato: https://www.youtube.com/watch?v=R04YiOrt_fE
Campione e metodologia
La ricerca prende in considerazione solamente gli annunci pubblicati su Subito dagli utenti privati, mentre sono stati esclusi gli annunci pubblicati dalle aziende e relativi alle categorie servizi, animali e immobiliare. Tutti i dati d’impatto ambientale relativi agli annunci e alla gestione aziendale sono stati quindi inseriti nel calcolatore delle emissioni di anidride carbonica creato da IVL, permettendo la quantificazione dei potenziali effetti positivi sull’ambiente al netto delle emissioni aziendali.
L’analisi del ciclo di vita è un metodo di ricerca scientificamente riconosciuto e utilizzato per calcolare l’impatto ambientale che si basa sull’assunzione che ogni prodotto usato venduto sostituisca la produzione di un prodotto equivalente nuovo e la gestione della dismissione del prodotto stesso. Per elaborare i dati di impatto ambientale relativi all’estrazione e alla produzione dei materiali e al processo di smaltimento, l’IVL ha creato una partizione dei materiali basata sulla composizione media degli oggetti presenti nelle diverse categorie della piattaforma. Ad esempio, un divano è mediamente formato da: 30% legno, 11% acciaio, 18% polipropilene, 20% poliuretano, 10% poliestere, 7% cotone, 3% pelle, 1% lana. Per ogni bene è stato calcolato l’impatto ambientale derivante dall’estrazione della materia prima, dalla lavorazione dei materiali di cui è composto e dal processo di dismissione. Successivamente il totale è stato comparato in chilogrammi equivalenti di diossido di carbonio (CO2e). Il valore attribuito all’oggetto è stato convertito in base alla composizione della partizione dei materiali e ad ogni partizione è stato associato un quantitativo di materiale (plastica, acciaio e alluminio) e di emissioni in chilogrammi di CO2e.
Nel calcolo effettuato è stato tenuto conto anche dell’impatto ambientale che deriva dal trasporto degli oggetti tra venditore e compratore – con una stima per eccesso (molte compravendite avvengono in prossimità e con scambio a mano) di 44 km per annuncio. Inoltre, è stato preso in considerazione anche l’impatto ambientale negativo che deriva dalle attività svolte dall’azienda. Le voci considerate sono il consumo di energia elettrica dei server e degli uffici e gli spostamenti di lavoro. Il risultato finale è al netto degli impatti negativi aziendali.
Per leggere il report completo: https://secondhandeffect.subito.it/wp-content/uploads/2019/07/Report-2018-Second-Hand-Effect.pdf
[1] Osservatorio Second Hand Economy 2018 condotto da DOXA per Subito nel marzo 2019 su un campione rappresentativo della popolazione italiana attraverso 2.000 interviste CATI (Computer Aided Telephone Interviews) + CAWI (Computer Assisted Web Interviewing)
[2] Fonte Audiweb Total Digital Audience Novembre 2018