Le automobili producono un rifiuto estremamente pericoloso per l’ambiente ma che, se gestito bene, si trasforma in una preziosa risorsa economica: l’olio lubrificante usato. E il Motorshow di Bologna (2-10 dicembre), vista la grande presenza di ragazzi e appassionati di auto, é luogo ideale per sensibilizzare la popolazione al riciclo degli oli esausti utilizzati dai nostri mezzi.
Qui il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati (Conou) presenta un lavoro basato sui dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul parco auto circolante in Italia e sulla gestione virtuosa degli oli usati. Considerando che ogni auto contiene in media 4 chili di olio lubrificante e a fronte di un parco auto circolante di 44.300.000 veicoli, l’olio lubrificante utilizzato nel 2016 nelle auto italiane risulta pari a 191mila tonnellate.
Il 58% di questo è diventato olio usato recuperabile, perché la restante parte si consuma durante l’utilizzo. Se fosse stato smaltito in maniera scorretta, questo rifiuto avrebbe potuto trasformarsi in un potente agente inquinante: se versati in acqua, 4 chili di olio usato possono inquinare irrimediabilmente una superficie grande come un campo di calcio.
Considerando il parco auto circolante in Italia, l’olio lubrificante usato prodotto dalle nostre automobili sarebbe stato in grado di inquinare una superficie di acqua 155.050 kmq, più grande del Mare Adriatico (138.600 kmq).
“Pochi lo sanno – spiega il presidente del Conou Paolo Tomasi – ma circa il 30% delle nostre automobili viaggia con olio rigenerato. E’ come se, ogni 3 anni, il nostro Paese non importasse petrolio per la produzione di basi lubrificanti nuove: dal 1984 (primo anno di attività del Consorzio) ad oggi, il riutilizzo dell’olio lubrificante usato ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni di petrolio e quindi sulle bollette degli italiani di 3 miliardi di euro. Da rifiuto pericoloso da smaltire, l’olio lubrificante usato è diventato con il passare del tempo una materia prima seconda dall’elevato valore economico”.