Dopo oltre un anno di attività operative finalizzate alla rimozione della M/n C Dry Blue, di bandiera italiana, incagliatasi nelle acque antistanti l’isola di Sant’Antioco, in Sardegna, nel dicembre del 2019, ad opera della società statunitense “Resolve Marine Group”, la fase di dismantling è giunta a conclusione e quel che resta dell’unità navale è stato trasportato al cantiere di Piombino che curerà le successive fasi di demolizione e recupero dei materiali metallici.
Il recupero della nave ha comportato scelte operative non semplici, costringendo le maestranze a lunghe pause stagionali, in quanto l’area marina dell’incaglio era vicina a spuntoni di roccia ed esposta ai venti dei quadranti sud-occidentali.
“L’operazione, che si inquadra nello spirito dell’economia circolare che il ministero della Transizione ecologica persegue, è stato resa possibile anche grazie al coordinamento effettuato dal tavolo tecnico istituito dalla Direzione generale per il mare e le coste e affidato al capo del Reparto ambientale marino della Guardia Costiera, ammiraglio ispettore Aurelio Caligiore che, acquisendo a più riprese il parere dell’Ispra, dell’Arpa Sardegna e della Direzione marittima di Cagliari, ha costantemente vigilato sull’esecuzione delle varie e complesse attività – spiega una nota del Mite –
Un plauso particolare va rivolto al Direttore marittimo della Sardegna meridionale, capitano di vascello (CP) Mario Valente, e a Ezio Amato di Ispra per il costante e propositivo impegno profuso nella buona riuscita dell’attività di recupero”.