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Comieco: filiera cartaria verso decarbonizzazione e circolarità

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In un’indagine su “La transizione ecologica e le imprese della filiera di imballaggi in carta e cartone”, promossa da Comieco, all’interno del rapporto L’Italia del Riciclo 2024 realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, 235 aziende del settore cartario condividono asset per favorire la transizione ecologica. Gap evidente fra grandi e piccole imprese.

La transizione ecologica è una sfida che la filiera della carta e del cartone sta affrontando con determinazione. Lo dimostrano i risultati dell’indagine sulla transizione ecologica e le imprese della filiera di imballaggi in carta e cartone promossa da Comieco, Consorzio nazionale per il Recupero e il riciclo degli imballaggi cellulosici, e realizzata da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. L’indagine rientra nel rapporto L’Italia del Riciclo 2024, presentato oggi nella sua interezza a Milano.

Energia ed emissioni: la via verso la decarbonizzazione

Dallo studio, condotto su un campione rappresentativo di 235 aziende della filiera cartaria, emerge un quadro positivo: quasi 8 aziende su 10 adottano pratiche volte a ridurre le emissioni di gas serra. Le misure più diffuse mirano a ridurre i consumi di energia destinati alla produzione, agli edifici e impianti e rappresentano il principale impegno dei 2/3 delle grandi imprese e del 50% delle cartiere: tra queste ultime il 22% utilizza energia termica generata da fonti rinnovabili nei propri impianti. Il 40% delle piccole-medie imprese dichiara invece di non aver ancora avviato alcuna azione per la riduzione di emissione gas serra.

Circolarità e materie prime e seconde

Il 72% delle aziende intervistate considera i temi legati alla circolarità rilevanti per migliorare gli impatti ambientali e climatici; in particolare, il 66% ritiene che ci si debba occupare in primis dell’utilizzo di materie prime e seconde provenienti dal riciclo. Il 50% delle aziende utilizza almeno un indicatore di circolarità: il più diffuso è la misurazione della quantità di rifiuti generati dal processo produttivo (45%), seguito dal la quantità di materie prime (34%) e seconde (30%) immesse nel processo. Lo studio rileva inoltre come le piccole imprese presentino una maggiore incidenza nel mancato utilizzo di indicatori (61%).

Certificazioni: materie prime e processi

La dotazione di certificazioni all’interno della filiera della carta riguarda il 74% delle aziende. Le più diffuse sono quelle relative alle materie prime impiegate (FSC, PEFC), presenti nel 57% delle aziende, seguite dalle certificazioni relative ai processi (29%). Anche in questo caso sono le piccole-medie imprese a presentare il gap maggiore con il 57% delle aziende ancora sprovviste di certificazione.

“Da questa indagine emerge con chiarezza che la transizione ecologica, nei suoi contenuti portanti – della decarbonizzazione e della circolarità – è ormai entrata nella visione e nelle attività di gran parte delle imprese della filiera della carta che sono altresì consapevoli di dover aumentare nel prossimo futuro il loro impegno in questa direzione”, commenta Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo Sviluppo sostenibile. “Una sensibilità ed un impegno concreto che si riscontra tra le grandi, le medie e le piccole imprese. Per quest’ultime, data la loro larga diffusione, emerge anche dall’indagine l’esigenza di una particolare attenzione e di specifiche misure di sostegno, in particolare per la formazione e il supporto tecnico”.

“La filiera cartaria italiana gioca un ruolo chiave verso la transizione ecologica, come dimostrano i numeri: lo scorso anno sono state avviate a riciclo complessivamente oltre 3,7 milioni di tonnellate di carta e cartone con un risparmio stimato di emissioni di CO2 di quasi 4 milioni di tonnellate, equivalenti al blocco del traffico veicolare nazionale di due settimane. Inoltre, il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici ha superato in 90%, oltre gli obiettivi UE fissati al 2030” – commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco. “Molto si sta facendo e si continuerà a fare, soprattutto per quanto riguarda le piccole-medie imprese tradizionalmente più diffuse sul territorio nazionale: una spinta in questo senso arriverà dal PNRR che con un contributo da 105 milioni di euro aumenterà gli investimenti dell’industria cartaria consentendo in breve all’intero settore di allinearsi, oltre a fornire un potenziale di raccolta differenziata di carta e cartone aggiuntivo di oltre 600 mila tonnellate”.