Il gettito previsto verrebbe tagliato del 70% ma Italia Viva chiede la cancellazione della norma. I nodi da sciogliere sono ancora tanti, in particolare per quanto riguarda il decreto fiscale
La plastic tax sarà ridotta del 70% con l’esclusione degli imballaggi per i medicinali, e si lavora a un piano nazionale per la plastica sostenibile. È questa la rotta che il governo intende seguire e la manovra sarà dunque solo il primo step. Ad annunciare l’avvio del cantiere è stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri spiegando che al Mef si è svolta la prima riunione con il Mise, il ministero dell’Ambiente, i rappresentanti di tutta la filiera, i sindacati e gli enti territoriali per mettere in campo l’operazione che ha come obiettivo ridurre il consumo di plastica monouso e promuovere il riciclo.
Si punta a correggere la tassa sulla plastica da 1 euro per chilogrammo, introdotta dalla legge di bilancio, tagliando del 70% il gettito previsto escludendo dall’imposta la plastica riciclata, come è sempre stato per quella biodegradabile e compostabile. Vengono esclusi, oltre alle siringhe, anche tutti i dispositivi medici e gli imballaggi di medicinali. Il gettito atteso per il prossimo anno dalla contestata plastic tax scenderà quindi da 1,079 miliardi a poco più di 300 milioni mentre quello previsto dalla stretta sulle auto aziendali dovrebbe quasi azzerarsi.
“La rimodulazione della plastic tax è una vittoria del gruppo parlamentare Pd – ha sottolineato il senatore dem Dario Stefano, vicepresidente del gruppo al Senato e relatore di maggioranza sulla legge di bilancio – la sua prima versione era infatti indifendibile, abbiamo avvertito subito il governo, suggerendo modifiche radicali. I nostri emendamenti hanno consentito ora al ministro Gualtieri un ulteriore affinamento della norma, con i principali operatori del settore”. Ma Italia Viva continua a chiedere l’abolizione dell’imposta. “La vera notizia sulla plastic tax non è la rimodulazione ma il fatto che resta ancora in manovra, nonostante gli appelli delle imprese. Noi di Italia Viva abbiamo presentato un emendamento per abolirla, crediamo che nessuna nuova tassa debba essere imposta a un Paese in recessione”, ha attaccato su Twitter il presidente dei senatori di Iv Davide Faraone.
Un cantiere a rilento
Intanto i lavori sulla manovra in Senato procedono a rilento. Si susseguono incontri tecnici e riunioni di maggioranza con l’obiettivo di arrivare a scremare le modifiche e avviare le votazioni a partire da sabato in modo da consentire l’approdo in Aula il 3 dicembre o poco dopo. Governo e maggioranza stanno cercando la sintesi sulle correzioni da apportare alle microtasse, a partire da plastic tax e auto aziendali, e al capitolo enti locali. E proprio per i Comuni sono previste nuove risorse in arrivo. Nel 2020 saranno stanziati 100 milioni in più per recuperare così, ha spiegato il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, al termine dell’incontro con l’Anci tenutosi a Palazzo Chigi, una quota dei 564 milioni tagliati nel 2014 e non ancora rimborsati ai sindaci. E potrebbe arrivare anche un aumento delle indennità ai sindaci dei piccoli Comuni.
“Non abbiamo ottenuto quello che volevamo però siamo riusciti a neutralizzare quasi completamente l’effetto di due fondi di garanzia e abbiamo ottenuto risorse in più rispetto all’anno scorso che possiamo mettere a disposizione dei cittadini e che ci mancavano dal 2014”, ha dichiarato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, dopo l’incontro con il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. Un incontro “molto proficuo”, ha commentato il premier sottolineando che “il dialogo prosegue con tutti. Il Governo al lavoro con il Parlamento per migliorare ulteriormente la manovra”.
I nodi del decreto fiscale
Restano in stand-by i lavori sul decreto fiscale alla Camera dove ormai appare scontato un rinvio dell’approdo in aula del provvedimento all’inizio della prossima settimana. Proseguono le riunioni di maggioranza per sciogliere i nodi ancora aperti. Si cerca un’intesa sulla norma del decreto fiscale che prevede una stretta sugli appalti e i subappalti. La soluzione sarebbe stata raggiunta a livello tecnico ma si cerca la sintesi politica.
Altro tema aperto l’inasprimento delle pene detentive per gli evasori. Mentre cresce il pressing per ridurre la cosiddetta ‘tampon tax’, richiesta trasversale di tutti i partiti. Un gruppo di deputate ha girato un video, pubblicato su Facebook da Laura Boldrini, davanti alla ‘panchina rossa’ nel cortile di Montecitorio chiedendo la riduzione dell’Iva dal 22 al 10%. Diversi emendamenti al dl fisco sul tema sono stati accantonati ma il governo sta valutando la possibilità di introdurre uno sgravio per l’acquisto degli assorbenti, in rapporto al reddito.
È stato intanto depositato in commissione il pacchetto di emendamenti dei relatori. Si tratta di sei proposte di modifica che prevedono la modifica del calendario fiscale con lo spostamento dal 23 luglio al 30 settembre della presentazione del 730 e l’ampliamento della platea agli autonomi, e il versamento della quota che spessa ai partiti politici del 2 per mille Irpef, in un’unica soluzione, entro il 31 dicembre.
Previsto anche il rinvio a luglio della lotteria degli scontrini senza sanzioni per i commercianti che non si adeguano alle nuove norme. Dentro anche la riapertura per il 2019 e 2020 delle compensazioni dei crediti commerciali, vantati dalle imprese nei confronti della p.a, con cartelle esattoriali affidate agli agenti della riscossione entro il 31 ottobre di quest’anno. In arrivo meno adempimenti per i commercianti: dal 2021 i Pos, ovvero tutti i dispositivi che consentono i pagamenti elettronici, diventeranno l’unico strumento sia per i pagamenti, elettronici e in contanti, che per la certificazione degli scontrini telematici.