“La riforma degli appalti pubblici deve essere considerata uno degli obiettivi strategici per il rilancio dell’economia e dell’attivazione degli investimenti. Una maggiore concorrenza non fa che apportare effetti benefici, in particolare nel settore dei servizi, in cui si registrano ritardi significativi”. Occorre intervenire per ridurre le rendite monopolistiche e le barriere amministrative, come indicato dalla stessa Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato.
In riferimento allo schema di decreto legislativo recante Codice dei Contratti Pubblici, in particolare, è doveroso ravvisare come una parificazione tra l’auto-produzione dell’organizzazione ed esecuzione di lavori e di servizi – tipicamente realizzata dalle amministrazioni pubbliche attraverso il ricorso alle società in house – ed esternalizzazione delle stesse attraverso il ricorso al mercato, sia non auspicabile e causa di potenziali effetti distorsivi sul mercato e la concorrenza. A tutela del principio di concorrenza, inoltre, Unirima, considera sbagliata la possibilità di eliminare il registro ANAC dell’in-house, considerata la fondamentale funzione, non solo in termini di trasparenza bensì di vera e propria verifica e controllo esercitato dall’Autorità” è quanto affermato da Francesco Sicilia, Direttore Generale di Unirima, nel corso dell’audizione di fronte la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati sullo schema di decreto legislativo recante codice dei contratti pubblici.
Nel corso dell’audizione, Unirima, Unione Nazionale Imprese Raccolta, Recupero, Riciclo e Commercio dei Maceri e altri Materiali, ha inoltre ribadito che per i servizi di trattamento dei rifiuti provenienti dalle attività di raccolta differenziata dei Comuni il criterio di aggiudicazione dovrebbe essere solo quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa invece di quello del “massimo ribasso”. Considerazioni e proposte di modifica al testo sono state fatte anche per gli articoli inerenti la revisione dei prezzi ed il principio di rotazione.