La sola demolizione dell’edificio di viale Africa, «corroso» dall’aria del mare, costerà più di tre milioni. L’Urega lavora sulle offerte, mentre la Regione punta su eventuali proposte dai migliori architetti per dare corpo alla nuova sede giudiziaria di Catania
Giorni contati per l’ex Palazzo delle Poste di viale Africa. La Regione accelera sulla demolizione – inevitabile, stando ai rilievi dei tecnici sul cemento armato troppo «corroso» dall’aria di mare – dell’edificio che dovrà fare spazio alla futura Cittadella giudiziaria di Catania. Un’opera che «dovrà fare la storia, non un semplice palazzo ma un’opera con una sua identità, un’anima propria», come spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone a MeridioNews. Per arrivare a ciò, si passerà anche da un concorso di idee che, negli auspici regionali, dovrebbe intercettare l’interesse dei più importanti archistar sul mercato che potrebbero, così, lasciare la propria firma sulla riqualificazione di uno spazio fondamentale del waterfront della città. Primo passo sarà, appunto, l’abbattimento del vecchio palazzone acquistato dallo Stato nel 2000, più o meno quando il sindaco Enzo Bianco si era da poco dimesso per andare a ricoprire l’incarico di ministro dell’Interno.
«Lo buttiamo giù perché irrecuperabile, vogliamo avviare i lavori prima dell’inaugurazione dell’anno giudiziario», illustra Falcone. È il Genio civile di Catania a fungere da cabine di regia delle operazioni. Gli uffici erano stati impegnati nella perizia che ha sancito la condanna alla demolizione dell’edificio. «I costi per il mantenimento della struttura attuale risultano significativamente maggiori di quelli necessari per la demolizione totale e ricostruzione», scrivevano i tecnici in estate. Più semplice ed economico buttare giù tutto e tirare su una nuova infrastruttura, anziché ristrutturare l’esistente. Decisione che ha sollevato più di qualche mugugno, specie fra gli addetti ai lavori e gli esperti.
L’operazione, intanto, ammonta a circa tre milioni e mezzo di euro. La gara d’appalto si è chiusa negli ultimi giorni. Sono 28 le buste che da oggi saranno all’esame dell’Urega di Catania, guidato da Sebastiano Magnano. «Contiamo di chiudere tutto in cinque sedute della commissione, così da affidare i lavori nei primi giorni di dicembre», promette Falcone. Sempre il Genio civile sta intanto elaborando le carte del concorso per la progettazione della Cittadella. Si immagina una procedura a due livelli: prima la selezione delle cinque migliori proposte, a cura di una commissione che verrà nominata dal presidente della Regione Nello Musumeci. Saranno questi progetti a diventare studi di fattibilità fra cui verrà scelta l’idea finale.
La spesa rientra nel finanziamento da circa 40 milioni di euro provenienti dal Patto per il Sud. La nuova Cittadella dovrebbe costare così non meno di 25-30 milioni di euro. Risale al 2016 la firma di un protocollo d’intesa fra Regione, ministero della Giustizia, l’Agenzia del Demanio, il Comune e il tribunale etneo che destinava il palazzo di viale Africa a sede giudiziaria. Un modo per eliminare un’incompiuta che, dopo quasi vent’anni di inerzia, era diventata un simbolo di degrado e sperpero. L’amministrazione Stancanelli, nel 2011, passò all’azione stabilendo lo sgombero della struttura, mentre soltanto oggi l’iter burocratico sembra portare all’avvio dei cantieri.