Quale sia l’origine dei cattivi odori a Massarosa e se a provocarli sia davvero l’impianto di Trattamento meccanico biologico (Tmb) di Pioppogatto o altri siti industriali, è quanto chiede la mozione approvata dal Consiglio regionale nel corso della seduta di oggi (13 marzo). Il testo, presentato dai consiglieri Stefano Baccelli (Pd), Giacomo Giannarelli (M5S), Maurizio Marchetti (Forza Italia) e Elisa Montemagni (Lega), poi emendata con un inserimento chiesto dal presidente di Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori, arriva a seguito del sopralluogo svolto lo scorso 4 marzo dalla commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti, presieduta Giacomo Giannarelli (M5S). In quell’occasione, raccogliendo le richieste del territorio e su proposta del presidente della commissione Ambiente Baccelli, fu deciso di proporre all’aula un atto di indirizzo per impegnare la Giunta a risolvere le criticità incontrate.
Nello specifico la mozione impegna l’esecutivo toscano a: “Valutare la possibilità di individuare le opportune risorse finanziarie da destinarsi alla dismissione dell’ex inceneritore di Falascaia, sulla base di un progetto presentato dal proprietario (Consorzio Ambiente Versilia) e alla riqualificazione dell’area interessata”. Si chiede inoltre di attivare, tramite il supporto tecnico di Arpat e con il coinvolgimento di cittadini e comitati, uno strumento capace di individuare, attraverso un’indagine ad ampio spettro che coinvolga impianti di trattamento rifiuti e siti industriali, le fonti e le cause effettive delle emissioni odorigene che periodicamente vengono avvertite in Versilia e in particolare a Viareggio. In sede di illustrazione del testo, il presidente della commissione Ambiente ha informato l’Aula sulla storia dell’ex inceneritore di Falascaia, per: “Fare un po’ di chiarezza, viste anche le polemiche, pur legittime, alimentate da alcuni comitati ambientalisti e riferite al presunto volersi fare belli con i meriti di altri. Sono il primo – ha chiarito Baccelli – a riconoscere che negli anni Novanta il commissario ad acta Daviddi impose quell’inceneritore contro il volere di cittadini e amministrazioni locali. Un’imposizione che portò alla nascita di movimenti sul territorio per tentare di bloccarne la realizzazione prima, di verificarne il corretto funzionamento dopo e alla fine sollecitandone la chiusura. La storia – ha continuato il presidente – è presto detta: da quando ho avuto competenza in materia, e parliamo del 2006, ricordo che Falascaia entra in esercizio nel 2002, ho cercato di verificare l’effettiva funzionalità dell’impianto attraverso un approccio pragmatico e non ideologico”. Nella nuova legge sulla geotermia approvata dal Consiglio, il presidente, per evitare quanto accaduto con l’ex inceneritore, ha voluto inserire una clausola per: “Consentire la pubblica amministrazione di revocare una concessione se il gestore non opera o non fa funzionare l’impianto come dovrebbe. Falascaia, chiuso nel 2011 con la revoca dell’autorizzazione da parte della Provincia decisa solo sulla base di una mera relazione tecnica della procura e non di una sentenza – ha ricordato ancora Baccelli -, è oggi in sicurezza ma occorre demolirlo e riqualificare l’area”.
“Questa mozione va oltre il colore politico e lavora sul problema – ha dichiarato la capogruppo della Lega Elisa Montemagni. Falascaia – ha aggiunto – versa in condizioni fatiscenti. Ho sollecitato il sopralluogo della commissione d’inchiesta per verificare l’urgenza di riportare il territorio in una situazione di sostenibilità ambientale”. Sull’impianto di Pioppogatto e sull’origine delle maleodoranze, Montemagni ha chiarito: “Non vogliamo trovare un capro espiatorio, ma il responsabile. L’infrastruttura insiste in una zona molto delicata e dove sono presenti altri siti industriali. Trovare la vera origine delle emissioni odorigene ci permetterà di adottare soluzioni efficaci”. Estremamente soddisfatto della discussione in Aula si è dichiarato il capogruppo del M5S Giacomo Giannarelli: “Sarà patrimonio importante per la relazione finale della commissione d’inchiesta. La ricostruzione storica fatta dal presidente Baccelli troverà spazio in quel documento perché ci sono meriti che devono essere riconosciuti. Ma, ha avvisato Giannarelli, non dimentichiamo i comitati e le loro posizioni che hanno sollecitato scelte politiche che diversamente non sarebbero state adottate – ha spiegato -. E sulla mozione e le risorse che dovrebbero essere individuate per la demolizione di Falascaia, il capogruppo ha esortato a non attingere dallo stanziamento di 30 milioni destinati dalla Giunta all’implementazione della raccolta differenziata porta a porta. Credo – ha spiegato Giannarelli – che quelle risorse debbano rimanere vincolate all’obiettivo originale. Diversamente non riusciremo a migliorare il sistema della gestione dei rifiuti”. Per il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, è: “Fondamentale riuscire a trovare le risorse per demolire Falascaia”. Il coinvolgimento di cittadini e comitati, inserito nel testo della mozione, sarà utile alla redazione di progetti più solidi. Sul problema delle maleodoranze, Fattori ha osservato che: “Il fenomeno investe tutta la Versilia. Questo è un primo passo importante ma il lavoro dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale dovrà coinvolgere tutto il territorio e avere un raggio di azione più ampio”. Soddisfazione è stata espressa anche dal vicepresidente della commissione d’inchiesta e consigliere regionale del Pd, Francesco Gazzetti, che ha definito la mozione un: “Viatico alla chiusura della commissione sulle discariche poste sotto sequestro”. Citando e parafrasando Einaudi, il vicepresidente ha dichiarato che il compito istituzionale serve a “conoscere per non strumentalizzare. Portare all’attenzione, anche dei cittadini, le criticità incontrare e le scelte virtuose operate, deve essere obiettivo per trovare un punto di equilibrio”.