Perdite da vasche e serbatoi: la Provincia revoca l’autorizzazione. Un altro allarme ambientale alla Caffaro di Brescia: la Procura ha aperto un’inchiesta
Perdite di cromo esavalente, la fabbrica chiude i battenti (almeno temporaneamente): la Provincia di Brescia ha infatti sospeso l’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, a seguito delle segnalazioni di Arpa Lombardia sulle perdite (già accertate) di cromo esavalente da vasche e rubinetti. Sul tema anche la Procura ha aperto un’inchiesta.
Cromo e mercurio: analisi in corso
La notizia è stata resa nota ieri pomeriggio in Loggia, in conferenza stampa, alla presenza dell’assessore all’ambiente Miriam Cominelli e il direttore generale di Ats Claudio Sileo. Entrambi hanno relazionato sulle più recenti analisi legate all’eventuale contaminazione di mercurio, altro problema della Caffaro (ri)emerso in questi giorni, per operai e lavoratori: almeno in questo ambito, nessun riscontro sanitario in negativo.
Ma adesso rimane il problema della chiusura: i sindacati annunciano di volere comunque dei chiarimenti, e saranno presenti in fabbrica anche martedì mattina. Alla Caffaro di Via Milano lavorano ancora una cinquantina di persone, dipendenti della Chimica Fedeli che opera in una parte dello stabilimento – tutto il resto è abbandonato – ormai da qualche anno.
Concentrazioni fino a 10 volte oltre il limite
A detta di Arpa, e poi della Provincia con la sospensione dell’Aia, l’azienda non avrebbe ottemperato alla pulizia e alla bonifica delle vasche incriminate, quelle appunto da cui ancora oggi verrebbe sversato del cromo esavalente. La più alta concentrazione rilevata nell’acqua sfiora i 400 microgrammi per litro, quasi 10 volte oltre il limite per il consumo umano.
Solo pochi giorni fa, e proprio a causa delle perdite di cromo, nei capannoni abbandonati era stata verificata anche una vera e propria “strage” di gatti, con decine di animali morti. Non sarebbero state verificate conseguenze sulle salute umana, almeno per ora. Intanto la produzione è sospesa. E il rischio di contaminazione rimane: è bene ricordare che, ogni anno, dalla Caffaro in attesa di bonifica sgorgano veleni come cromo, solventi, Pcb, tetracloruro di carbonio, mercurio.