“Costa ci ha informati di aver raccolto la disponibilità da parte di imprese private che operano nel Sin di Priolo, a intervenire per le bonifiche”. Lo riferisce poco prima dell’incontro in Eni Rewind il deputato regionale Giorgio Pasqua, del Movimento 5 Stelle, che aggiunge: “Nello specifico sarà la Eni Rewind (ex Syndial) a mettere in campo alcuni interventi, del valore di alcune centinaia di milioni di euro scaglionati nei prossimi anni, per attuare le bonifiche. Si tratta certamente di un passaggio che segna la differenza con il passato: ieri industria e istituzioni si contrapponevano, oggi dialogano e offrono reciproca disponibilità: un nuovo linguaggio per risolvere i problemi del territorio. Questi interventi avranno una doppia ricaduta, sia sulla salute dei cittadini che per quanto riguarda le opportunità occupazionali”, conclude Pasqua.
L’AD della società, Paolo Grossi, conferma la disponibilità della società a partecipare ad un tavolo di confronto, studio e approfondimento dei dati ambientali acquisiti con le più recenti indagini svolte dal CNR nel 2017/2019 e in corso di analisi da parte di ISPRA.
“Eni ritiene che la riapertura del dialogo tecnico, attraverso Eni Rewind, mediante la condivisione e l’approfondimento di tutti i dati a disposizione, degli eventuali nuovi elementi emersi e delle integrazioni che risulteranno opportune, anche al fine di tenere conto della storia industriale e societaria degli insediamenti che hanno via via interessato il sito, sia un percorso auspicabile per superare le posizioni contrapposte e focalizzare le energie nell’interesse comune del territorio. In questo senso, su richiesta del Ministro, Eni Rewind si farà promotore del coinvolgimento al tavolo delle aziende presenti o comunque interessate nella gestione storico-industriale del sito”, si legge nella nota ufficiale della società.
Il Sin di Priolo è uno dei più estesi siti industriali storici d’Italia, occupa nel complesso un’area di circa 900 ettari e al suo interno ha da sempre ospitato diverse società e realtà industriali, affacciandosi su un porto, la rada di Augusta, ugualmente da sempre importante crocevia della navigazione industriale e commerciale del Mediterraneo.
Il sito di Priolo ha visto i primi insediamenti negli anni ’50 e vissuto una significativa espansione fino agli anni ’80, con la presenza di impianti del settore chimico, di raffinazione, centrali elettriche e termolettriche che hanno conosciuto anche diversi percorsi societari, gestionali e operativi. Un’attività altamente diversificata che si è sviluppata in modo esponenziale in un contesto di sensibilità, conoscenza e adeguatezza normativa non sempre al passo con la rapida crescita delle attività.
Il gruppo Eni è entrato nel sito nel 1989: per la parte chimica, tutt’oggi presente, con l’operazione Enimont e il successivo subentro di Enichem (Syndial, oggi Eni Rewind, e Polimeri Europa, oggi Versalis) nella proprietà ex Montedison; come raffinazione la gestione Eni, sempre di derivazione Gruppo Montedison nel 1989, è cessata nel 2002.
Sin dalla dichiarazione dello stato di emergenza ambientale (1990) e dalla delimitazione del Sito di Interesse Nazionale di Priolo (1998) le società del gruppo Eni coinsediate nel sito industriale di Priolo hanno provveduto alla progettazione, definizione con gli Enti di controllo, realizzazione, gestione e monitoraggio dei sistemi atti a bonificare la contaminazione presente all’interno delle proprie aree e a prevenirne l’eventuale migrazione verso i recettori esterni, secondo i progetti ed i protocolli approvati dagli Enti di Controllo competenti.
Eni Rewind ha avviato le attività di messa in sicurezza e di bonifica di suoli e falda secondo i decreti emessi dal Ministero dell’Ambiente e dagli enti. A oggi la società ha già speso 395 Mln € e stima ulteriori costi per 260 Mln €, di cui 150 circa per la gestione dei sistemi di trattamento delle acque di falda realizzati e gestiti sul sito.
Oltre alle attività di bonifica dei suoli, per le quali sono state individuate e applicate le migliori tecnologie disponibili di bonifica in situ, la società ha attuato per la falda del sito multisocietario tutti gli interventi necessari, sin dalla messa in sicurezza avviata negli anni ’90, poi decretata per la bonifica dal Ministero Ambiente nel 2004 e da allora implementata dalle società di Eni. In questo contesto Eni Rewind gestisce le attività ambientali per tutte le società Eni presenti: la barriera fisica realizzata fronte mare si estende per oltre 5,5 km mentre la barriera idraulica è attiva con complessivamente 290 pozzi e 1069 piezometri di monitoraggio, e protegge l’intero petrolchimico che comprende anche aziende non appartenenti al gruppo Eni.
Dal 2016 lo stato e l’andamento del complesso sistema dell’acquifero è monitorato costantemente tramite il “Protocollo di Monitoraggio Unitario delle acque di falda del sito multisocietario di Priolo Gargallo operativo dal 2016”, sottoscritto con gli Enti, che si pone l’obiettivo di monitorare, in modo unitario e omogeneo, l’evoluzione della qualità della falda del Multisocietario e verificare l’efficienza idraulica e idrochimica delle opere di bonifica grazie a monitoraggi idrochimici semestrali su una rete di 474 punti e rilievi freatimetrici mensili e semestrali su una rete di circa 900 punti. Mediante questo sistema, gli Enti hanno costantemente la visione completa e aggiornata dell’efficacia dei sistemi adottati dall’azienda.
Eni Rewind impiega per le attività di bonifica 87 risorse dirette e circa 100 indirette.