Con la pubblicazione on line della Scheda informativa “Bonifiche”, ARPAT vuole spiegare anche ai non addetti ai lavori quali cause possano condurre ad un procedimento di bonifica di un sito ritenuto inquinato e quali siano gli step previsti dalla normativa italiana e regionale.
La normativa italiana di riferimento per la bonifica dei siti inquinati è il Titolo V del Testo unico “Norme in materia ambientale” (D.Lgs 152/06) che ne disciplina gli interventi di bonifica e il ripristino ambientale, ma soprattutto istituisce lo strumento “analisi di rischio sanitario ambientale sito-specifica” atto ad individuare se un sito sia o meno contaminato e, nel caso, quali siano gli obiettivi da raggiungere con la bonifica.
Il tema delle bonifiche viene affrontato con una serie di paragrafi che intendono prendere per mano il lettore e condurlo passo passo dentro ad un argomento di non facile comprensione, tant’è vero che le prime pagine vogliono rispondere alle domande preliminari su quando sia necessaria una bonifica e quali possano essere le cause di una contaminazione, prima di inoltrarsi in questioni squisitamente tecniche.
Successivamente viene illustrato da chi e come deve essere attivato il procedimento di bonifica e quali siano le sue fasi secondo la legislazione regionale.
La parte finale dell’opuscolo si concentra sul “Piano regionale rifiuti e bonifiche” della Regione Toscana e sui compiti di ARPAT.
ARPAT, oltre alle attività di controllo routinarie, partecipa al procedimento di bonifica nelle fasi, ampiamente descritte nella pubblicazione, dei controlli, delle operazioni in campo, delle attività analitiche e durante l’istruttoria.
Il “Piano regionale rifiuti e bonifiche”, invece, è uno strumento di programmazione attraverso cui la Regione, fra l’altro, individua gli strumenti e le linee di intervento per monitorare e riportare agli usi legittimi le aree interessate da procedimento di bonifica e individua nella “Banca dati dei siti interessati da procedimento di bonifica” lo strumento di monitoraggio a livello regionale e tramite cui viene anche aggiornata l’”Anagrafe dei siti contaminati” prevista dalla legislazione vigente.
La Banca dati, il cui applicativo SISBON è stato realizzato nel 2011 da ARPAT, raccoglie le informazioni inerenti lo stato di tutti i procedimenti attivati sul territorio toscano ed è condivisa con le Pubbliche Amministrazioni coinvolte, a vari livelli, nel percorso.
I dati sono resi poi disponibili sinteticamente anche nell’”Annuario dei dati ambientali” pubblicato annualmente da ARPAT.