Non è stata necessaria una bonifica radicale, che avrebbe richiesto lo smantellamento dell’enorme terrapieno e il trasferimento delle tonnellate di rifiuti in un’altra discarica, con costi quantificabili in centinaia di milioni di euro. Però attualmente il progetto di messa in sicurezza avviato dal Comune ha avuto uno stop forzato da parte della Regione.
Il progetto approvato prevedeva la realizzazione di sei pozzi a carotaggio continuo, in grado di garantire per altri vent’anni il controllo e il monitoraggio della collina di rifiuti in decomposizione. La spesa complessiva è di 575mila euro. «A ottobre la Regione ci ha chiesto di realizzare non pozzi a carotaggio continuo, ma a distruzione – spiega l’assessore all’Ambiente Fabio Pinna – noi siamo convinti dell’efficacia della nostra soluzione, che poi è la stessa suggerita dal Ministero. Perciò abbiamo insistito con la Regione nel ribadire la nostra posizione e ora siamo in attesa di un suo riscontro per poter proseguire nell’iter di aggiudicazione dell’appalto e finalmente poter avviare i lavori».
L’altro accorgimento tecnico che il Comune ha intenzione di realizzare, è una copertura sulla “collina di rifiuti”. In questo modo, proteggendola dalle piogge, si ridurrebbe la quantità di percolato che si insinua nel sottosuolo.