Il cronoprogramma dei tecnici. Lungo e complesso il monitoraggio delle acque
Bonifica della Ticosa, spaventano i tempi. Questa mattina il sindaco di Como, Mario Landriscina, ha convocato la stampa in sala Stemmi a Palazzo Cernezzi per parlare della bonifica dell’area dismessa dell’ex Ticosa.
Il via libera da parte di tutti gli enti (Comune, Provincia, Arpa e Regione) per la bonifica della famigerata “Cella 3” e la bonifica e il monitoraggio delle acque sotterranea nell’intera proprietà è stato già anticipato da queste colonne nei giorni scorsi. La delibera della giunta è stata votata la scorsa settimana e i documenti, nel segno della trasparenza amministrativa, sono consultabili anche online sul sito del Comune di Como nella sezione Albo Pretorio.
Il piano di fattibilità varato dalla giunta comunale di Como è corposo. Sono presenti ben nove tavole, che specificano quale sia l’area oggetto della bonifica (la zona dalla Santarella verso il semaforo di via Grandi), la profondità degli scavi e dei sondaggi nel terreno, il corridoio d’accesso dei mezzi e perfino il tipo di elettropompa sommersa che dovrà pescare le acque sotterranee per le analisi del caso. Si dovrà poi realizzare una vasca di accumulo e ossidazione delle acque di falda, con tre filtri a sabbia, due a carbone, uno a resine speciali, fino ai bacini di accumulo delle acque filtrate, di controlavaggio e un pozzetto di scarico.
A togliere ai comaschi un po’ di buonumore per lo storico accordo sulla conclusione della bonifica sono così i due cronoprogrammi delle opere, firmati dal dirigente comunale, l’ingegnere Luca Baccaro e dal progettista, il geologo Ennio Grillio (allo studio hanno collaborato anche il professor Luca Alberti e gli ingegneri Ivana La Licata ed Elena Sezenna del Dica del Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale).
Il cronoprogramma amministrativo dei lavori di bonifica è stimato in ben 38 mesi, tre anni e due mesi. Il mese 1 è fissato nello scorso maggio, la bonifica delle terre in calendario dal febbraio del 2020. Una stima decisamente positiva, visti i tempi della burocrazia, ma che, ad ogni modo, prevede la chiusura della bonifica dell’ex Ticosa nel giugno 2022.
Un possibile taglio del nastro, insomma, proprio allo scadere del mandato della giunta Landriscina.
La parte che riguarda le terre della Cella 3 è in realtà la più breve. I lavori sono stimati in un anno e due mesi, dall’approntamento del cantiere (due mesi). Quindi la pulizia delle aree (1 mese), 8 mesi per gli scavi nella terra e tre mesi per le verifiche effettuate con il sistema del contraddittorio con l’Agenzia regionale dell’Ambiente (Arpa). Un mese infine per smobilitare il cantiere. Lo svincolo della Cella 3 potrebbe quindi avvenire già nel gennaio 2022.
Ben più lungo il procedimento che riguarda l’acqua, stimato in tre anni. Sono previste le validazioni dell’Arpa (sempre in contraddittorio) ogni due monitoraggi, a distanza di cinque mesi ciascuno, da ripetersi quattro volte per un totale di 30 mesi. Serviranno tre mesi per progettare l’impianto P&T (pompaggio e trattamento) quattro mesi per la realizzazione dei pozzi e delle barriere dell’impianto e un mese per la sua messa in funzione. Due mesi servono anche per la gara di monitoraggio delle acque. Il Comune ha stimato il mese 1 lo scorso maggio e chiusura nel giugno 2022, ma i tempi sono destinati ad allungarsi.