Un’ampia partecipazione di pubblico ha fatto da cornice al convegno sulle buone pratiche per lo sviluppo di nuovi impianti energetici rinnovabili su aree inutilizzate e contaminate, svoltosi il 23 novembre a Milano, all’interno dell’Auditorium Gaber del grattacielo Pirelli messo a disposizione della Regione Lombardia, per iniziativa di Audis, insieme ad Assolombarda, Confindustria Lombardia e la stessa Regione Lombardia. L’appuntamento, giunto a fare sintesi di 4 workshop in cui aziende ed esperti erano stati chiamati ad analizzare il modello di investimento, le possibili problematiche e, quindi, le soluzioni procedimentali ed economicamente sostenibili, ha visto la partecipazione di esperti del settore, progettisti, investitori e rappresentanti di istituzioni pubbliche. Al termine del convegno è stato pubblicato un documento che potete leggere e scaricare qui.
Gli ospiti
Dopo gli onori di casa dell’assessore regionale ad ambiente e clima Giorgio Maione e i saluti del presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella, la tavola rotonda tecnica ha visto la partecipazione di Fabio Pascarella (ISPRA, Responsabile Siti Contaminati), Massimiliano Confalonieri (Responsabile U.O.C. Bonifiche, Analisi di Rischio e Attività Estrattive ARPA Lombardia), Patrizia Vianello (Founding partner Ambiente S.p.A. e vice presidente AUDIS), Giulio Venturino (Renantis S.p.A.) moderati dall’avvocato Federico Vanetti.
La seconda tavola rotonda, quella di carattere politico e strategico, ha invece visto la partecipazione di Dario Fossati (Direttore DG Ambiente e Clima Regione Lombardia), Chiara Labò (ANCI Lombardia), Guido Bonfedi (Direttore Ingegneria ambientale ENI Rewind S.p.A). Ha moderato il giornalista Radiocor – Il Sole 24 Ore Cheo Condina.
Ad introdurre la mattinata di lavori è stato l’assessore regionale ad Ambiente e Clima Giorgio Maione: «Il tema della bonifica dei siti contaminati non può essere trattato separatamente dal tema del riuso del suolo, in una visione più complessiva di rigenerazione territoriale particolarmente rilevante nel nostro territorio lombardo, caratterizzato da una secolare vocazione industriale e maggiormente interessato da azioni di recupero e riqualificazione ambientale ed urbanistica di aree dismesse ormai svuotate di quel contenuto produttivo che ha caratterizzato la grande industria in Italia fino agli ultimi decenni».
Le politiche ambientali, comprese le discipline inerenti alla protezione del suolo, sono oggetto di particolare attenzione da parte della Regione: «Il Piano regionale di Bonifica delle Aree Contaminate approvato nel 2022 -ha ricordato l’assessore- rappresenta il documento di riferimento nel quale già sono poste le basi per sviluppare e approfondire le tematiche di bonifica e riuso del suolo».
Il numero totale dei siti censiti nell’Anagrafe regionale AGISCO, ammonta a circa 1.000 siti contaminati, 1.300 siti potenzialmente contaminati e circa 3.000 siti bonificati (agg. aprile 2023).
«Il più delle volte -è la constatazione di Maione- viene intrapresa quasi esclusivamente la bonifica e la trasformazione urbanistica di quei siti che possono generare ingenti ricavi dalla trasformazione immobiliare e produttiva del sito, mentre non si investe in aree dismesse in cui non ci sono interessi economici immediati o tali da ripagare il costo degli interventi, situazione che tende ad aggravarsi nell’attuale contesto economico. La possibilità di istallare nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili porterebbe di fatto ad aumentare in modo rilevante l’appetibilità di alcune aree e l’interesse da parte degli investitori, contestualmente alla bonifica ambientale a cura del soggetto interessato, con un vantaggio anche sull’avanzamento dei procedimenti di bonifica».
Tra i più entusiasti sostenitori del progetto “Green Renewable” c’è l’avvocato Federico Vanetti, membro del Consiglio direttivo Audis e moderatore della parte tecnica del convegno di Milano: «Questo appuntamento organizzato da Regione Lombardia rappresenta una grande occasione per discutere di rigenerazione e suolo circolare, tematiche già da tempo portate avanti da Audis. In questo caso particolare si parlava di aree dismesse da destinare a impianti di produzione di energia rinnovabile. Uno degli aspetti più problematici e al tempo stesso rilevanti tra quelli affrontati dai tavoli di lavoro è quello inerente alle bonifiche. L’esercizio svolto insieme agli enti di controllo è stato proprio quello di analizzare l’applicabilità dell’articolo 242/ter nella realizzazione di impianti fotovoltaici in aree contaminate, direi con esito sostanzialmente favorevole. Altri aspetti importanti sono stati la valutazione del rischio sanitario e l’interferenza degli impianti sui processi di bonifica, soprattutto long term, cioè di durata coincidente con quello della vita dell’impianto stesso».
Sì perché uno degli impedimenti più forti negli investimenti su aree dismesse è rappresentato proprio dalla questione delle bonifiche.
I tavoli di lavoro hanno chiarito che è possibile consentire la realizzazione dell’impianto e il suo funzionamento, mentre il proprietario affronta e gestisce la procedura di bonifica.
Qual è il prossimo passo?
«Auspichiamo -spiega Vanetti- di individuare a breve con la Regione uno o due siti che possano fungere da casi pilota, per sperimentare l’applicabilità della normativa di riferimento e quindi tipicizzare le procedure amministrative nell’ottica di garantire i futuri investitori».
Accadrà nel 2024?
«L’aspettativa è legittima, aspettiamo lo stimolo da parte dei proprietari di aree dismesse, che siano privati o pubblici. Da questo punto di vista il successo di partecipazione tanto del convegno quanto dei tavoli preparatori ci fa sperare che l’interesse si sia acceso».
Per Emanuela Curtoni, Direttore Area Territorio e Ambiente di Assolombarda «è fondamentale trovare occasioni per attivare collaborazioni virtuose tra Pubblico e Privato. Sappiamo che questioni come la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale sono molto complesse e ricche di sfaccettature, che si possono affrontare solo mettendo attorno a un tavolo competenze, esperienze e sensibilità diverse».
Green Renewable è un progetto più che mai trasversale perché chiama in causa temi come le energie rinnovabili, il consumo del suolo, la rigenerazione, la bonifica di siti contaminati.
«Il suolo italiano -rimarca Emanuela Curtoni- è caratterizzato da una densa urbanizzazione e da una particolare orografia, tutti ostacoli oggettivi allo sviluppo di energie rinnovabili. Opportunità come quelle esplorate con Green Renewable sono un esempio di come solo affrontando la complessità da tutte le angolature è possibile trovare la strada per attuare gli obiettivi».
Il presidente AUDIS Tommaso Dal Bosco, nelle conclusioni del convegno, ha ringraziato le istituzioni e le imprese che hanno messo a disposizione i tecnici per il serrato confronto nei workshop e ha evidenziato come le indicazioni emerse rappresentino una risorsa importante per avviare processi di rigenerazione del territorio.
«Per quanto già utili di per sé, queste indicazioni, non costituiscono un punto di arrivo. Per fare sì che esse diventino prassi operativa consolidata -ha affermato Dal Bosco– è necessario che vengano sancite in un documento ufficiale. Non è importante che sia una nuova norma, ma è importante che gli operatori pubblici e privati lo riconoscano e che possa così fungere da corroborante psicologico che aiuti a superare i dubbi e le diffidenze che hanno bloccato il mercato. Ed è altrettanto importante – ha continuato il Presidente di AUDIS – identificare progetti pilota per testarne la validità e l’efficacia e costruirci programmi di formazione e disseminazione per le imprese e i funzionari pubblici riproducendo l’impianto collaborativo multilaterale che ha portato a questo eccellente risultato. AUDIS – ha concluso Dal Bosco – con la sua soggettività originale, partecipata e capace di interpretare le esigenze di tutte le parti in causa, ha dimostrato ancora una volta di essere il luogo ideale per condurre progetti di questa natura».