Durante l’Assemblea Generale di H2IT il punto sulla filiera in Europa e in Italia, tra investimenti, criticità e scenari futuri. Intervenuto anche Fabio Scoccimarro, Assessore Energia Friuli-Venezia Giulia, regione all’avanguardia sull’idrogeno. Dossi (Presidente H2IT): “Per continuare a crescere serve una strategia nazionale e un ecosistema collaborativo tra industria, ricerca, politica e territori.
L’ Assemblea Generale di H2IT – Associazione Italiana Idrogeno, tenutasi oggi presso la sede milanese di Assolombarda, ha rappresentato un’occasione fondamentale per analizzare il progresso della filiera dell’idrogeno nel 2023 e delineare le prospettive future del settore. L’incontro ha evidenziato ulteriormente l’importanza strategica dell’idrogeno sia nel contesto europeo che in quello italiano, e ha definito le direttive per il suo sviluppo. Per la prima volta, l’Assemblea ha visto anche l’intervento di un attore istituzionale chiave, Fabio Scoccimarro, Assessore alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Friuli-Venezia Giulia, regione che ha puntato sul vettore idrogeno per attirare investimenti ed essere leader sull’innovazione.
“Il 2023 è stato un anno di trasformazioni significative per il settore dell’idrogeno – ha commentato Alberto Dossi, Presidente di H2IT. Siamo di fronte a un’opportunità fondamentale per consolidare l’idrogeno come pilastro della transizione energetica. Per questo abbiamo lavorato ponendoci un obiettivo preciso: creare un ecosistema collaborativo in cui industria, ricerca, politica e territori lavorano insieme per un futuro più pulito e sostenibile anche grazie a questo vettore. L’Europa ha messo l’H2 al centro della sua politica energetica e ci sta indicando la strada da seguire. Anche l’Italia, grazie ai fondi del PNRR, si è dimostrata ricettiva. Tuttavia, occorre lo sviluppo di una strategia nazionale sull’idrogeno per non rischiare di vanificare anni di investimenti da parte delle aziende. È necessario, inoltre, ricercare una crescita armonica, sostenibile ma senza ripensamenti. Viviamo un momento in cui la collaborazione è un fattore prioritario e sappiamo che investimenti e condivisione del know-how possono fare dell’Italia un’eccellenza in questo comparto altamente tecnologico. Siamo orgogliosi che il nostro lavoro stia ottenendo il successo sperato, come dimostra anche l’intervento dell’Assessore Scoccimarro, che ringrazio per aver creduto, con i fatti, nel nostro settore.”
In Europa, il 2023 è stato decisivo per il settore. Durante la Hydrogen Week a Bruxelles, Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha annunciato le aste della Banca Europea dell’Idrogeno per il 2024, allocate per 2,2 miliardi di euro, stabilendo un nuovo quadro di mercato allineato con gli interventi dei Paesi Membri. Inoltre, è stato introdotto l’obbligo per gli Stati Membri di sviluppare Piani Strategici Nazionali Idrogeno, confermando l’importanza industriale del vettore e la sua centralità nel Green Deal europeo e nell’agenda politica internazionale. Hydrogen Europe ha monitorato 924 progetti di produzione di idrogeno pulito in Europa, evidenziando che l’82% di essi si trova attualmente solo in fase di sviluppo iniziale, come concept o studio di fattibilità. Questo dato sottolinea due aspetti: da un lato, la pipeline di progetti è vasta e promettente, dimostrando l’enorme interesse e il potenziale del settore; dall’altro, emerge la necessità urgente di implementare misure che possano accelerare il percorso di questi progetti verso la fase di investimento finale, assicurando così che l’idrogeno possa svolgere pienamente il suo ruolo nella transizione energetica.
In Italia, il settore ha ricevuto un forte impulso dal PNRR, che prevede investimenti per 3,64 miliardi per sviluppare la filiera idrogeno. In particolare, 450 milioni sono destinati alla realizzazione di 54 Hydrogen Valleys in tutto il territorio nazionale; 1 miliardo per l’introduzione dell’idrogeno per iniziare il percorso di decarbonizzazione dei settori Hard-to-abate; 250 milioni per lo sviluppo di stazioni di rifornimento stradale e 200 milioni per i piani industriali dedicati alla produzione di elettrolizzatori e alla loro componentistica. In aggiunta, è stata pubblicata la prima versione del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030) che stabilisce obiettivi per l’idrogeno in linea con la Direttiva Rinnovabili 3 (RED III) dell’Unione Europea. Infine, è stata proposta una revisione del PNRR che include il capitolo Repower EU, enfatizzando ulteriormente l’importanza strategica dell’idrogeno nel contesto energetico nazionale e allineandosi con le direttive europee.
Esattamente come il settore che rappresenta, anche per H2IT il 2023 è stato un anno di grande crescita. A maggio è stato realizzato il primo Italian Hydrogen Summit, un momento essenziale per mettere in contatto mondo aziendale, della ricerca e della politica con l’obiettivo di trovare soluzioni comuni per lo sviluppo della filiera. L’Associazione ha posto una particolare attenzione al tema degli incentivi per l’idrogeno, focalizzandosi sulla copertura dei costi operativi e sull’apertura del mercato. Un lavoro sfociato, a luglio 2023, in un report dettagliato che H2IT ha condiviso con il MASE e il MIMIT. Il report mette in luce i casi reali in Italia, analizza il gap di costo che limita la fattibilità dei progetti e propone strategie per ridurre tale divario. Questo impegno sottolinea l’importanza di comprendere e superare le barriere economiche che attualmente rallentano l’adozione dell’idrogeno. In aggiunta, H2IT ha lavorato per rafforzare la filiera dell’idrogeno attraverso iniziative volte a promuovere il dialogo e il networking. Queste attività sono essenziali per stimolare la creazione di nuove partnership e rafforzare le collaborazioni esistenti. Ad oggi, l’associazione conta 147 membri (tre anni fa erano poco più di 40), segno evidente della crescita e dell’espansione del settore dell’idrogeno.