Insieme a quello della Bovisa nell’area della ‘Goccia’ è l’ultimo gasometro di Milano sopravvissuto, reperto di ‘archeologia industriale’ della prima metà del secolo scorso nella zona est di Milano, ora, però, il gasometro di via Cavriana sarà abbattuto. La struttura metallica, infatti, si trova nell’area della centrale di cogenerazione di A2A “Canavese” che ha deciso di smantellarlo e avvierà i lavori per l’abbattimento in questi giorni. Troppo ammalorato per mantenerlo “in vita”. L’area su cui sorge la centrale, in passato è stata la sede della stazione gasometrica per lo stoccaggio del gas manifatturiero dismessa negli anni ’80. Il gasometro, tutt’ora presente, è da allora inutilizzato e manifesta segni di ossidazione: per questo motivo, spiega A2A, l’azienda ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione alla demolizione dalle istituzioni e dagli enti preposti, prima fra tutte la Sovrintendenza dei Beni Culturali. In questi giorni sono in fase di allestimento i cantieri da parte della società che si occuperà della demolizione, che proseguirà sino ad autunno inoltrato.
Nei mesi scorsi – spiega ancora l’azienda – A2A ha provveduto a informare dei lavori di abbattimento tutte le realtà istituzionali coinvolte, e con le stesse saranno inoltre condivisi i prossimi step progettuali relativi al futuro dell’area.
I lavori sono stati illustrati ieri alla commissione Territorio e Ambiente del Municipio 4. Perplessità sono emerse da parte di alcuni consiglieri del Municipio: “Questo gasometro (il più piccolo dei due esistenti in origine) e quello di Bovisa sono gli unici rimasti a Milano e fanno parte integrante del paesaggio. Non so se si può fare qualcosa (i lavori iniziano in questi giorni) ma sicuramente possiamo esprimere la nostra contrarietà”, ha commentato Stefania Aleni, consigliera Pd. Della stessa opinione la consigliera di Sinistra x Milano, Rossella Traversa: “Il gasometro, risalente agli anni Cinquanta, fa parte dello skyline della Milano Est e pensiamo che vada salvaguardato. Si tratta di una importante struttura di architettura industriale, che era formata da due gasometri. Il primo è già stato demolito da tempo per lasciare spazio alla Centrale Canavese di teleriscaldamento. Vogliamo conoscere in dettaglio i programmi di sviluppo di quel luogo e capire perché debbano essere incompatibili nuovi impianti col restauro della vecchia struttura”. Per il presidente del Municipio 4, Paolo Guido Bassi, invece “se è vero che si tratta di un manufatto ‘storico’, è anche vero che gli abitanti della zona non mi risulta siano particolarmente affezionati. Mantenere la memoria della città è importante, ma mi fa specie sentire certe levate di scudi, quando si ode silenzio davanti a decine di cascine storiche che cadono a pezzi o di fronte a ipotesi di smantellamento di icone milanesi nel mondo come lo stadio di San Siro”.
Riguardo, al piano di sviluppo per la centrale “Canavese”, che fornisce il teleriscaldamento alla zona Est di Milano, il Gruppo A2A sta valutando ulteriori investimenti per realizzare un “accumulatore” di calore per lo sviluppo del teleriscaldamento, ossia “un sistema che consentirà di stoccare il calore rinnovabile prodotto dalla centrale Canavese utilizzando anche energia geotermica nei momenti in cui la domanda non ne richiederebbe l’utilizzo, e rilasciarlo quando c’è maggior richiesta da parte dei cittadini: questa importante innovazione permetterà di migliorare l’efficienza del processo, massimizzando la produzione di calore da fonte rinnovabile e fornendo un valido contributo alla sostenibilità ambientale”.
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