Legambiente ha presentato in un convegno tenutosi a Roma il 16 maggio un dossier con storie e numeri per raccontare quanto il bilancio positivo di questa “riforma di civiltà”.
Secondo i numeri elaborati da Legambiente sull’azione repressiva svolta dalle forze di polizia e dalle Capitanerie di porto, nel 2016 la legge 68/2015 ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati – più di uno e mezzo al giorno – di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale).
Entrando nello specifico dei dati sull’azione repressiva svolta nel 2016 dalle forze di polizia, sul fronte dei delitti contestati, sono 143 i casi di inquinamento ambientale, 13 quelli di disastro ambientale, 6 quelli di impedimento di controllo, 5 i delitti colposi contro l’ambiente, 3 quelli di omessa bonifica e 3 i casi di aggravanti per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale.
Marchesi ha evidenziato come il legislatore abbia con la legge 68/2015 e la 132/2016 definito un sistema dei controlli ambientali. Con la legge degli ecoreati ha operato sul versante del controllo repressivo, sanzionatorio, con la legge che ha istituito il Snpa sul versante del controllo ambientale inteso come controllo di qualità dei processi produttivi, che costituisce la prima preoccupazione delle agenzie ambientali.
La politica e le istituzioni hanno però ora la responsabilità di accompagnare la crescita del sistema delle agenzie ambientali, in primo luogo con la nomina degli organi di Ispra, al momento commissariata, e l’adozione delle leggi regionali di adeguamento alla legge 132. Ma anche con altri interventi essenziali, quali il superare i vincoli assunzionali nei confronti delle agenzie ambientali, destinare ai controlli ambientali almeno una parte degli introiti per le sanzioni e le prescrizioni previste dalla legge 68.
Le prescrizioni impartite dalle Arpa sono passate dalle 580 del 2015 alle 1.296 del 2016, le asseverazioni sono aumentate da 183 a 935, mentre il gettito economico (la cui destinazione ancora non è stata definita dal legislatore) che era stato di 491mila euro nel 2015 è salito a 2,2 milioni di euro nel 2016.