Home EcoNews Ambiente, Muroni (LeU): “Bello, sano e pulito: in aula il ddl salva-mare”

Ambiente, Muroni (LeU): “Bello, sano e pulito: in aula il ddl salva-mare”

La deputata di Liberi e Uguali, ex presidente di Legambiente, annuncia il ddl sul riciclo dei rifiuti pescati in mare

“Una buona notizia per il Paese: approda oggi in Aula alla Camera il Ddl Salva-Mare, un provvedimento firmato dal ministro dell’Ambiente che prende spunto dalla mia proposta di legge sul ‘fishing for litter’ il cui scopo e’ contribuire al risanamento dell’ecosistema marino grazie all’aiuto dei pescatori”. Così la deputata LeU Rossella Muroni, relatrice del provvedimento insieme alla collega Paola Deiana (M5S), sull’iter del ddl Salva-Mare e delle Pdl abbinate.

“Il cuore del provvedimento, che è ispirato ad alcuni progetti sperimentali e all’impegno di associazioni ambientaliste quali Legambiente e MareVivo, è consentire ai pescatori di portare e conferire a terra i rifiuti che recuperano in mare, senza doverne sostenere i costi di smaltimento come invece avviene oggi”, dice Muroni, “è una misura importante per ambiente e salute dei cittadini, tanto piu’ considerando che ogni anno finiscono nelle acque del pianeta 8 milioni di tonnellate di plastica e che questi rifiuti si scompongono in pezzi sempre più piccoli e vengono ingeriti dai pesci, entrando cosi’ nella catena alimentare”.

Dopo un ampio ciclo di audizioni con associazioni, imprenditori del settore ed enti a vario titolo coinvolti, “il provvedimento arriva in Aula migliorato ed è più vicino il giorno in cui diventerà legge dello Stato”, prosegue la deputata LeU Rossella Muroni.

“Da relatrice insieme alla collega Deiana ho depositato, tra le altre, tre proposte emendative particolarmente qualificanti al cosiddetto Salva-Mare approvate durante l’esame in Commissione. Una per estendere la promozione del riciclo a tutti i rifiuti pescati in mare e non solo a quelli in plastica – dice Muroni – Una seconda per allargare l’ambito di applicazione del Salva-Mare anche a fiumi e laghi. La terza per sostituire la ‘certificazione ambientale’ prevista per gli imprenditori ittici che utilizzano materiali di ridotto impatto e si adoperano per la pulizia del mare con un ‘riconoscimento ambientale’”.

“Una correzione – conclude – necessaria perché l’attività di fishing for litter non può essere un parametro per definire la corretta gestione e la sostenibilità della filiera, o la qualità del pescato”.