L’acqua riunisce a Roma Commissione europea, Ministeri, fornitori d’acqua e ricercatori in un confronto aperto su sicurezza e gestione dei rischi. Puntando sugli open data.
Si è appena concluso uno degli eventi nazionali più importanti nell’ambito delle celebrazioni della UN 2023 Water Conference. “LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DELL’ACQUA. I dati, gli strumenti e il dialogo per una governance sostenibile” è il titolo del convegno tenutosi oggi a Roma nella sede centrale del CNR.
Sono intervenuti Aldo Gangemi, direttore dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, Pasqualino Rossi, direzione generale della prevenzione sanitaria, Ministero della Salute, Enrico Veschetti, Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Ambiente e Salute, Silvia Bartolini, capo unità Marine Environment & Clean Water Services, DG ENV, Commissione Europea, Giordano Giorgi, responsabile Ispra Piattaforma SINTAI, Elena Gallo, vicedirettore Direzione Sistemi Idrici, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, Carmen Ciciriello, promotrice del convegno insieme a ISPRA e Coordinatrice del progetto europeo WHOW. La sessione pomeridiana, sempre moderata dal giornalista Antonio Jr Ruggiero, ha coinvolto rappresentanti di ISPRA, ARIA S.p.A., referenti di Regioni e di distretti di bacino, tutti concordi nell’importanza di condividere dati e strumenti digitali per giocare d’anticipo sui rischi ambientali che possono mettere a rischio la salute umana.
La nuova Direttiva UE 2020/2184
Con la Direttiva UE 2020/2184, l’Europa cambia radicalmente l’approccio sulla sicurezza dell’acqua destinata al consumo umano e prevede modelli di analisi e gestione dei rischi di contaminazione a partire dalla sorgente fino a coinvolgere l’intero ciclo idrico integrato: distribuzione delle acque potabili, fognature, depurazione, restituzione all’ambiente.
La Direttiva rivoluziona il sistema di controlli esistente, di tipo retrospettivo, con un criterio preventivo, basato sull’analisi delle situazioni di potenziale pericolo che potrebbero verificarsi in tutta la filiera ed introduce nuovi e più elevati standard sulla qualità delle acque destinate al consumo umano. Prevede inoltre una serie di iniziative per informare correttamente autorità e popolazione.
L’approccio basato sul rischio garantirà la condivisione di modelli strutturati, inclusi i piani di gestione della sicurezza dell’acqua, gli scambi e la comunicazione tra le Autorità pubbliche competenti e i fornitori di acqua, e garantirà un ciclo di governance completo dell’acqua. L’incontro ha affrontato le ricadute dovute alla trasposizione della Direttiva nell’ordinamento italiano, focalizzando l’attenzione sul necessario dialogo tra i diversi attori di settore.
La condivisione delle informazioni ambientali, dimostratasi così urgente e risolutiva anche in periodo pandemico, è il fulcro del Decreto Legge 23/02/2023 n.18 pubblicato il 6 Marzo in applicazione della Direttiva. In particolare l’articolo 6, richiama “lo scambio continuo di informazioni tra i gestori dei sistemi di distribuzione idro-potabili e le autorità competenti in materia sanitaria e ambientale”.
Il progetto WHOW
In questo senso diventa importante WHOW (Water Health Open knoWledge), progetto europeo partito nel 2020 e coordinato da CELERIS, società di consulenza con alte competenze in ambito di digitalizzazione, con i partner ISPRA, ARIA e CNR ISTC: WHOW ha elaborato il primo modello europeo aperto di dati interconnessi e armonizzati (grafo della conoscenza) sul consumo e sulla qualità di acque superficiali, sotterranee e marine, con informazioni provenienti da varie fonti allo scopo di individuare le relazioni che intercorrono tra lo sfruttamento delle risorse idriche e la diffusione delle malattie.
Il progetto WHOW, che si concluderà il 31 agosto 2023, è un esempio concreto di implementazione di principi e regole che fanno parte del percorso che l’Europa sta compiendo verso detta visione preventiva, e lo fa offrendo la possibilità di utilizzare modelli di dati armonizzati in termini di semantica, formati e licenze così da favorire l’interoperabilità necessaria ai suddetti scopi. In altre parole, prevenire significa analizzare crisi superate, studiare i dati, raccoglierne altri, analizzarli, aggiornarli, renderli fruibili e condivisibili in modelli strutturati – partendo dai PSA, piani di gestione della sicurezza dell’acqua, favorendo gli scambi e il dialogo tra le autorità pubbliche competenti e i fornitori di acqua così da garantire la corretta governance del ciclo dell’acqua. WHOW fornisce uno strumento per raggiungere l’obiettivo.
Il Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque
La filiera, così come previsto dal Decreto, dovrà implementare un controllo preventivo sugli eventi pericolosi e rischi di diversa origine e natura (inclusi i rischi correlati ai cambiamenti climatici, alla protezione dei sistemi idrici e alla continuità della fornitura), dal punto di prelievo alla distribuzione. Dovrà quindi necessariamente partire dalla messa a sistema di informazioni provenienti da più fonti, tra cui i gestori di impianti, ISPRA, le Aziende Sanitarie e altri organi di competenza.
Per garantire il reperimento delle informazioni e ottimizzare la governance del ciclo dell’acqua, il Decreto istituisce il Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (il CeNSiA) che, in capo all’Istituto Superiore di Sanità, dovrà approvare i Piani di sicurezza delle acque oltre a compiere azioni di sorveglianza e controllo della sicurezza dell’acqua potabile. Istituisce inoltre l’anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili (AnTeA), un sistema informativo di raccolta dati e, non ultimo, prevede l’interoperabilità tra i dati del sistema SINTAI di ISPRA (per la divulgazione e consultazione dei dati nazionali in materia di acque) e AnTeA.
In breve, l’attuativo Decreto Legge n. 18, con l’irrigidimento dei parametri indicatori, con controlli periodici per l’abbattimento della contaminazione microbiologica, con la valutazione sistematica dei potenziali rischi riscontrabili lungo l’intera filiera idropotabile (attraverso i suddetti Piani di Sicurezza) fino alla distribuzione interna agli edifici, vuole rafforzare la fiducia dei consumatori nell’acqua erogata e nei servizi idrici, incrementando l’utilizzo di acque del rubinetto e contribuendo alla riduzione di rifiuti in plastica.