Aree verdi cittadine a rischio, espansione della logistica e l’ubicazione del nuovo ospedale: scelte in contrasto con i principi di tutela del suolo
In concomitanza con la “Giornata Mondiale del Suolo” Legambiente rilancia la necessità di fermare il consumo di aree verdi, proprio in una regione a forte trazione agroalimentare.
L’associazione denuncia la situazione di Piacenza, città dalle prestazioni scadenti su tanti indicatori ambientali, che sta procedendo spedita anche su tante scelte di ulteriore cementificazione.
«I dati del 2018 pubblicati di recente da ISPRA avevano già segnalato come in tutta la Provincia piacentina il consumo di suolo pro-capite abbia raggiunto i 2 mq/persona a confronto di una media regionale di 0.86 mq/persona – sottolinea Legambiente – Una tendenza che sembra destinata a continuare a causa delle scelte urbanistiche in atto».
Tra le minacce alla campagna è gravissima per Legambiente la scelta recente di individuare l’area per il nuovo ospedale (186 mila metri quadrati) in piena zona agricola – peraltro a conduzione biologica – al di fuori del limite della tangenziale, limite che la pianificazione vigente indica come invalicabile. Localizzazione inspiegabile di fronte alla presenza di un’area alternativa già classificata come urbanizzabile, al contrario ancora ricompresa nell’anello della tangenziale.
Esito evidente dell’operazione sarà quello di avere in futuro entrambe le aree impermeabilizzate, aprendo le porte all’espansione della città fuori dall’anello della tangenziale. Una scelta localizzativa che secondo l’Associazione svilisce la buona Pianificazione e che su cui, peraltro, la stessa Valutazione Ambientale allegata all’atto urbanistico pone numerosi interrogativi che andrebbero approfonditi prima di procedere automaticamente alla variante urbanistica.
Pericolosissime anche le proposte di ben 9 nuove lottizzazioni (Piani Urbanistici Attuativi), emerse dalla consultazione pubblica lanciata dal Comune con alcune ipotesi che minacciano le ultime aree verdi del centro cittadino.
«Le lottizzazioni porterebbero a oltre 50 mila metri quadrati di nuovo commerciale (tra accordi operativi e progetti di “riqualificazione urbana”) in una città già sommersa dalla grande distribuzione, a discapito dei negozi di vicinato», continua.
Scellerato sarebbe soprattutto l’assalto a due aree, quella degli ex-orti di Via Campesio e dell’Area Verde di Via Morigi: la prima un’area di 15 mila mq sulla quale verrebbero a sorgere 7 palazzine residenziali, la seconda di 20 mila mq dove sorgerebbe un nuovo supermercato e parcheggi.
«Due preziosi polmoni verdi che verrebbero cancellati dal tessuto cittadino, anche in spregio al dettato della nuova legge urbanistica che raccomanda di preservarli» .
Oltre a queste previsioni rimangono aperte le ulteriori ipotesi di espansione della logistica, sia sul Capoluogo che nei poli di Castel San Giovanni, Monticelli, Caorso ecc. Poli logistici che negli anni hanno già sottratto milioni e milioni di metri quadrati di fertile suolo agricolo, fungendo da attrattori di traffico pesante in un contesto già emergenziale di qualità dell’aria.
La nuova legge urbanistica licenziata dalla Regione Emilia-Romagna nel 2017 avrebbe lo scopo dichiarato di “chiudere per sempre l’epoca del consumo di nuovo suolo”, attraverso un nuovo tipo di Piano (il PUG – Piano Urbanistico Generale) che, nelle intenzioni, dovrebbe disegnare le nuove città a consumo di suolo “zero” a vantaggio della rigenerazione e riqualificazione urbana. Tuttavia nelle pieghe dei periodi transitorio e delle eccezioni concesse dalla Legge ecco invece che si rifanno avanti con urgenza vecchie e nuove richieste di lottizzazioni soprattutto di natura commerciale ma anche residenziale.
Legambiente pertanto chiede con forza che ogni valutazione dei Piani Urbanistici Attuativi presentati debba rifarsi allo spirito della legge prima ancora che al suo dettato, dando concretezza ad accordi generici contro il consumo di suolo come quello firmato recentemente tra le città di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena con la Regione.
Legambiente Piacenza ha lanciato una raccolta firme a salvaguardia delle due aree verdi minacciate in città, iniziativa che sta raccogliendo uno straordinario successo nella cittadinanza a dimostrazione della sensibilità dei cittadini con lo spirito di conservazione del suolo che la nuova stagione urbanistica dovrebbe incarnare.
Ora spetta alla politica dare corpo ai principi enunciati nelle norme e alle richieste della gente.