“L’utilizzo del gas naturale come fonte energetica e’ in forte aumento, quindi la diffusione del biometano nei trasporti sarebbe strategica per il nostro Paese, in quanto permetterebbe di contenere le importazioni. Inoltre, si andrebbero a unire e rafforzare due filiere d’eccellenza per l’Italia, quella della produzione del biometano e quella della produzione di impianti a gas, con ripercussioni positive anche da un punto di vista occupazionale“. Lo ha dichiarato Alessandro Tramontano, Presidente del Consorzio Ecogas, organismo rappresentativo del settore del GPL e del metano per autotrazione, durante il suo intervento in in qualità di relatore alla conferenza nazionale “La nuova frontiera del biometano: sviluppo, prospettive e opportunità per l’Italia” promossa da Legambiente, un confronto tra istituzioni, esperti di settore e aziende in cui sono state analizzate le potenzialità di produzione e distribuzione e affrontate le criticità e le questioni normative.
“Dando impulso alla produzione di biometano da matrici organiche – ha proseguito Tramontano – i promotori della Piattaforma Tecnologica sul Biometano hanno stimato raggiungibile un target di 8,5 miliardi di metri cubi di gas naturale da fonti non fossili entro il 2030, moltiplicando di una volta e mezza la capacità produttiva del nostro paese. Si tratta di una prospettiva di grande interesse per lo sviluppo delle auto a gas, ma anche per alimentare il ciclo virtuoso dei rifiuti e favorire lo sviluppo di una economia circolare del mondo agricolo.”.
“Anche in Italia si fa sempre più definito il quadro nel quale si vanno ad inserire i biocarburanti, compresi quelli avanzati come il biometano, in un’ottica di sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore dell’autotrazione e oggi abbiamo avuto conferma che il decreto in fase di definizione mira a sostituire il gas naturale utilizzato nei trasporti con il biometano, rendendo sempre piu’ ecologico utilizzare autoveicoli alimentati con questo carburante, consentendo di contenere l’inquinamento, soprattutto nei centri urbani”.
Il biometano – così come anche, in prospettiva, il biopropano da biomasse – è una risorsa il cui impiego per la produzione di carburanti alternativi si preannuncia importante: può essere efficientemente prodotto da diverse fonti; la composizione del combustibile rinnovabile è esattamente la stessa del gas proveniente dall’estrazione di gas naturale consentendo al biometano di essere miscelato al gas naturale a qualsiasi percentuale e senza problemi per i motori dei veicoli; può essere trasportato e distribuito convenientemente nelle reti del gas naturale.
Ricordiamo che oggi in Itala circola una flotta a metano di circa un milione di veicoli e di oltre due a GPL e nuove prospettive si aprono in vista della diffusione della possibilita’ di trasformare a metano anche i mezzi diesel. “Una parte considerevole di biometano arriverà dalla digestione anaerobica di sottoprodotti agricoli e da colture di integrazione. A tale proposito, a maggior ragione, gli stessi mezzi agricoli potranno utilizzare questo carburante (sono già disponibili trattori alimentati a biometano), oppure usufruire della nuova tecnologia dual fuel diesel metano – conclude Tramontano –, questo a beneficio delle colture grazie al fortissimo abbattimento di tutti gli inquinanti e in particolare delle polveri sottili. Una prosecuzione equilibrata del processo che porterà le rinnovabili a contribuire sensibilmente a ridurre l’impatto ambientale nel mondo del trasporto è fondamentale per salvaguardare ecosistemi, suolo e agricoltura e gestire al meglio tutto quanto può essere utilizzato per produrre energia, quali scarti, residui e rifiuti“.
L’alimentazione dual fuel puo’ consentire un abbattimento sensibile degli inquinanti nei cantri urbani e proprio in quest’ottica la Regione Marche ha gia’ consentito con una delibera la libera circolazione di questi mezzi in caso di limitazioni al traffico.