L’incendio a Quarto Oggiaro ancora in corso.
Milano come le “peggiori” immagini di Pechino? Cielo plumbeo e nauseabondo odore di plastica bruciata. È la pesante eredità lasciata dai due incendi che hanno interessato l’area metropolitana negli ultimi giorni: prima quello di Quarto Oggiaro, il peggiore, poi quello di Novate Milanese. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’Arpa Lombardia, però, rassicurano: nessun pericolo, solo «molestie olfattive».
Davanti alle scuole e agli uffici stamane non si parlava d’altro. In ampie zone dei quartieri settentrionali e occidentali della città (Sempione, Lotto, Pagano, Washington, fino a Lorenteggio), si avvertiva un forte odore di bruciato, tanto che molti genitori si interrogavano sull’opportunità o meno di lasciare i bambini nelle scuole.
La conferma del disagio e la sua spiegazione viene fornita dall’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente: «L’incendio, scoppiato la sera del 14 ottobre nella ditta IPB di via Chiasserini a Quarto Oggiaro, è ancora in corso e in alcune zone di Milano si percepisce un forte odore di fumo, portato dal debole vento che, sin dalla notte, sta spirando da Nord a Sud investendo il settore occidentale della città». Molto simile la puntualizzazione del primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala: «Non ci sono rischi per la salute» per i cattivi odori diffusi nell’aria dopo l’incendio in un deposito di rifiuti a Quarto Oggiaro. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della presentazione di Bookcity. «È una situazione tutto meno che piacevole» e “ho visto che in alcune parti della città il problema c’è» ma, ha aggiunto il sindaco, «abbiamo avuto rassicurazioni che è solo questione di odori, per quanto sgradevoli. Dipenderà tutto dal vento».
L’Agenzia regionale e i Vigili del fuoco hanno effettuato le analisi sugli inquinanti durante la fase critica – a incendio in corso – e hanno escluso criticità tali da richiedere l’evacuazione delle aree interessate. Ora che la fase acuta dei roghi è alle spalle l’aria appare però pesante su buona parte della città, tanto che la stessa Arpa Lombardia conferma diverse telefonate di cittadini con richieste di spiegazioni.
«Si tratta di molestie olfattive – spiega una nota dell’Arpa Lombardia – ma dalle misure effettuate la sera del 14 ottobre non sono state rilevate criticità rispetto agli inquinanti più pericolosi nell’immediato (monossido di carbonio, ammoniaca, acido solfidrico, aldeidi, chetoni)».
Sono stati prelevati i campioni per le analisi sui microinquinanti – fanno sapere dall’Agenzia – vale a dire diossina e Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), ma si tratta di esami molto complessi e lunghi che richiedono circa 72 ore: saranno diffusi quindi tra mercoledì pomeriggio e giovedì mattina. Dopo il primo referto la comunicazione sarà giornaliera, precisa l’Arpa, perché a ogni prelievo di campioni ne vengono posizionati altri. «Martedì mattina – conferma l’Arpa Lombardia – prelevato e sostituito il secondo filtro del campionatore ad alto volume per il monitoraggio dei microinquinanti, posizionato nella zona dell’incendio». In merito ai tempi tecnici necessari, la stessa Agenzia precisa che «le analisi vengono condotte con metodi ufficiali normati e noti a tutte le strutture tecniche specializzate in analisi sui microinquinanti. Fasi vincolanti sono quella della preparazione del campione, in particolare estrazione e purificazione, e quella dell’analisi mediante l’utilizzo di spettrometria di massa ad alta risoluzione. Ogni fase ha una durata di diverse ore e il dato può ritenersi validabile e quindi affidabile esclusivamente se tutti i criteri di qualità previsti dal metodo vengono rispettati.
Il monitoraggio dei microinquinanti, attraverso il campionatore ad alto volume, proseguirà almeno per tutta la durata dell’incendio».