Il ministero dell’Ambiente vuole rivedere i limiti per gli scarichi dei Pfas, le sostanze chimiche responsabili di un grave inquinamento delle falde acquifere nel Veronese, nel Vicentino e nel Padovano, ma rilevate anche in altre regioni. A settembre verrà convocato un tavolo tecnico urgente fra le Regioni interessate, le Arpa (le Agenzie regionali per l’ambiente) e gli istituti di ricerca in materia (Cnr, Istituto superiore di sanità e Ispra). Il gruppo di lavoro dovrà definire i valori limite nazionali per lo scarico dei Pfas e di altre sostanze chimiche. Al momento, in Italia non ci sono limiti per questi composti, salvo che in Veneto. «Non possiamo permetterci di ignorare che siamo di fronte a una contaminazione delle falde da Pfas, che solo in Veneto interessa almeno 300 mila persone, ed è nostra responsabilità intervenire nel rispetto dei ruoli per assicurare la tutela ambientale. Siamo di fronte a un’emergenza che va affrontata con tutti gli strumenti a nostra disposizione, tra cui il tavolo esteso a tutte le Regioni, le quali hanno competenza sui valori limite di queste sostanze negli scarichi», ha affermato il ministro Sergio Costa. «Le conoscenze scientifiche su queste sostanze sono sempre più solide e questo ci richiama alla necessità di una valutazione più approfondita sui valori limite da adottare e sulla possibile inclusione di nuove sostanze del gruppo dei Pfas». Le sostanze perfluoro alchiliche sono usate come impermeabilizzanti per pelli, tessuti, carta, pentole, ma sono sospettate di danneggiare crescita e fertilità degli esseri umani e di favorire il cancro. In Italia l’emergenza è esplosa nel 2013, quando il Cnr ha scoperto una vasta contaminazione delle falde nelle province di Vicenza, Verona e Padova. Dell’inquinamento sono accusate le gestioni passate dell’industria chimica Miteni di Trissino. Dal 2009 l’azienda fa parte del gruppo Icig, impegnato in lavori di bonifica. Il mese scorso però, l’Arpav veneta ha rilevato nelle falde del Vicentino la presenza di una varietà di Pfas, il GenXD, trattato dalla Miteni. L’azienda si difende dicendo che si tratta di tracce minime. Il ministero dell’Ambiente tuttavia ha deciso di intervenire nella vicenda e fissare dei limiti per queste sostanze che valgano per tutto il paese. Compito non facile, visto che sono le Regioni ad avere competenza sui valori degli scarichi. La presenza dei Pfas interessa l’intero territorio nazionale». «È positivo che il ministro impegni le istituzioni prendendo giustamente atto che la questione Pfas», è il commento di una nota di Miteni, «ha rilevanza nazionale, perché il tema centrale è l’utilizzo di migliaia di tonnellate di queste sostanze non la produzione. Le fonti sono molteplici e perciò sono necessari limiti nazionali».