Sogin intende “attaccare”, cioè iniziare lo smantellamento del vessel (il recipiente in pressione che contiene il nocciolo di un reattore nucleare e altri componenti interni), “la parte più difficile dal punto di vista ingegneristico” da demolire, della centrale nucleare dismessa del Garigliano (Caserta) “nel 2019”, con “un anticipo di 4 anni sul piano”, che invece prevedeva l’attività nel 2023.
All’insediamento del nuovo Cda, composto dallo stesso Desiata e dal presidente Marco Ricotti, “abbiamo trovato il decommissioning al 25% come spese e costi effettuati ad oggi rispetto al piano a vita intera”, spiega l’ad, e “dietro a questo 25% ci sono incertezze legate al fatto che le spese fatte sinora non corrispondono sempre a opere concrete” e per così dire visibili. Ad ogni modo “parliamo di 6,5 miliardi per il piano complessivo di cui 1,7 miliardi per la gestione del combustibile”, segnala, “questo il quadro ad oggi”. In tutto ciò “risultiamo poco credibili ad oggi perché in tutte le attivita di smantellamento non è mai attaccata la parte piu difficile dal punto di vista ingegneristico, che è il vessel”, dice Desiata, per cui “è nostro obiettivo entro la fine della consiliatura attaccare almeno un vessel”. Per questo “studiamo le centrali di Trino Vercellese e Garigliano e ci pare che Garigliano possa permetterci l’inizio dell’attivita nel 2019 per cominciare lo smantellamento del vessel che proseguirà con chi verrà dopo di noi”, segnala l’ad Sogin.
L’inizio dello smantellamento del vessel della centrale del Garigliano “è un obiettivo strategico dell’azienda che la rende credibile così come il piano a vita intera”, prosegue Luca Desiata, amministratore delegato Sogin, questo perché alla luce della difficoltà ingegneristiche del cantiere “non si deve girare attorno al problema ma affrontarlo” e farlo con “un piano credibile dal punto di vista dell’ingegneria per procedere con un’attività più complessa”. E allora, ribadisce Desiata, il piano è per affrontare “almeno un vessel entro nostra consiliatura”.
Oggi, ribadisce l’ad Sogin, “la parte più difficile è il vessel, non avendo riferimenti internazionali quella parte di piano presenta forti incertezze”, un’incertezza “di fondo che finché non attacchiamo il vessel resta ineliminabile”, quindi “per noi è una priorità strategica della nostra consiliatura”, ribadisce, ricordando che sia lui che il presidente Luca Ricotti sono ingegneri nucleari, e segnalando che “se confermeremo Garigliano parliamo di un anticipo di 4 anni sul piano, 2019 invece di 2023”