Lampade, lampadine e, visto il periodo dell’anno, luminarie e luci che decorano le nostre case e gli alberi di Natale. Dove si buttano una volta giunte ‘a fine vita’? Non nell’indifferenziata e tantomeno nel vetro, come qualcuno pensa ancora, perché quando smettono di funzionare si trasformano in Raee: rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, e come tali vanno smaltiti correttamente (e a riciclarli, poi, ci pensa il consorzio Ecolamp).
Proprio per fare chiarezza, Ecolamp lancia una campagna social su LinkedIn e Facebook con grafiche animate che aiutano a ‘fare luce’ sui Raee di illuminazione.
Tre le modalità, valide in Italia, per un corretto conferimento di questi rifiuti. La prima: presso uno degli oltre 4.000 Centri di Raccolta comunali che sono presenti su tutto il territorio nazionale e hanno a disposizione appositi contenitori per la raccolta differenziata delle diverse categorie di Raee. Per aiutare i cittadini a individuare il Centro di Raccolta più vicino, è disponibile sul sito Ecolamp una mappa interattiva con ricerca di prossimità.
Seconda modalità: con il ritiro “uno contro uno” è possibile consegnare gratuitamente il proprio rifiuto di illuminazione al negoziante, quando si acquista un prodotto nuovo equivalente (esempio: lampadina contro lampadina). Una soluzione pratica per smaltire correttamente il rifiuto, in occasione di un nuovo acquisto.
E ancora: col ritiro “uno contro zero” da luglio del 2016 è possibile consegnare gratuitamente il proprio Raee di piccolissime dimensioni (inferiore ai 25 cm) al negoziante, senza dovere sostenere alcuna spesa e senza obbligo di acquisto. Sono tenuti ad applicare questa modalità di ritiro i punti vendita con una superficie dedicata alle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche maggiore di 400mq, ma possono applicarla anche i negozi più piccoli.
Non sono consigli superflui, perché sono in molti ad avere ancora le idee confuse. Lo dimostra un’indagine commissionata da EucoLight (l’associazione europea dei sistemi collettivi di conformità per i Raee di illuminazione), di cui il consorzio italiano Ecolamp è socio fondatore; indagine svolta dall’istituto di ricerche di mercato Gfk e dedicata livello di conoscenza dei cittadini europei delle diverse tipologie di lampade disponibili sul mercato e di come riciclare correttamente questi prodotti, una volta divenuti rifiuti.
La ricerca è stata condotta nel primo semestre del 2017 in Spagna, Portogallo, Italia, Olanda, Belgio e Romania su un campione di 1000 consumatori, con età compresa tra i 18 e i 65 anni. Risultato: i cittadini dei Paesi europei coinvolti non sono in grado di distinguere con sicurezza le diverse tipologie di lampadine attualmente in uso e, pur in maniera non omogenea sul territorio europeo, s ono ancora numerosi i consumatori incerti sul dove smaltire le lampade a fine vita, così da consentirne il riciclo.
Il punteggio massimo, in termini di consapevolezza sul corretto conferimento, è stato conquistato dai cittadini di Belgio e Spagna: circa il 50% degli intervistati ha indicato “i centri di raccolta pubblici o gli impianti di riciclo” e il 10% ha citato “il punto vendita dove si acquistano le lampade”. Gli italiani hanno dimostrato di essere discretamente informati, indicando, nel 41% dei casi, i centri di raccolta, gli impianti di trattamento o i punti vendita della distribuzione.
Tuttavia, il 21% dei consumatori italiani interpellati dichiara ancora che le lampade vanno gettate nei rifiuti indifferenziati e ben il 10% è erroneamente convinto che vadano conferite nei contenitori del vetro. Infine, un ulteriore 9% di cittadini italiani, non ha idea del luogo corretto di conferimento delle lampade a fine vita.
“Il livello di consapevolezza sulle corrette modalità di smaltimento dei rifiuti di illuminazione deve ancora migliorare – commenta Fabrizio D’Amico, direttore generale di Ecolamp – Le attività di informazione e comunicazione, che Ecolamp promuove da oltre un decennio, hanno sempre mirato a questo obiettivo, così da poter correggere alcune cattive abitudini involontarie. Una delle ultime iniziative in tal senso è una nuova campagna informativa diffusa sui canali social del consorzio, che sta già riscuotendo numerosi consensi”.