Se mal gestito potrebbe inquinare una superfice pari al mar Adriatico. Il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati in campo per evitare una tragedia ambientale
Partiamo da qui: l’olio lubrificante esausto proveniente dai veicoli rappresenta un vero pericolo per l’ambiente: il quantitativo utilizzato in media da una vettura (4 kg) se fosse smaltito scorrettamente contamina, ad esempio se versato in acqua, una superficie grande come un campo di calcio. Rapportato alle auto circolanti in Italia, l’olio lubrificante usato potrebbe inquinare una superficie di acqua pari a 155.050 chilometri quadrati, una superficie più grande del Mare Adriatico (138.600 chilometri quadrati).
Insomma un rifiuto molto dannoso per l’ambiente che, allo stesso tempo, se gestito in maniera corretta, può invece essere trasformato in una preziosa risorsa economica per il Paese in un’ottica di economia circolare.
E proprio per mettere in risalto i pericoli e le potenzialità di questa componente essenziale per il funzionamento dei motori, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati ha presentato un’analisi basata sui dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sul parco auto circolante in Italia e sulla gestione virtuosa di questo rifiuto pericoloso.
L’elaborazione si basa sul dato che ogni auto contiene in media 4 chili di olio lubrificante e a fronte di un parco auto circolante di 44.300.000 veicoli, l’olio lubrificante utilizzato nel 2016 nelle auto italiane è pari a 191.000 tonnellate.
Il 58% di questo quantitativo è diventato olio usato recuperabile, poiché il rimanente 42% viene “bruciato” nell’utilizzo dell’auto. Insomma una vera e propria bomba ecologica che grazie al lavoro del Conou viene disinnescata, poiché il lubrificante usato viene quasi completamente recuperato e avviato al riciclo tramite rigenerazione, trasformandosi in un prodotto con caratteristiche simili a quelle da cui deriva. Nel nostro Paese il 98% degli oli raccolti vengono rigenerati, un dato che ci pone alla leadership europea in questo particolare settore della “Green Economy”.
Entrando nel dettaglio, lo scorso anno abbiamo avviato a rigenerazione ben 110.400 tonnellate di oli usati provenienti dal settore dell’autotrazione: il 65% di queste (72.000 tonnellate) sono state trasformate in nuove basi lubrificanti, il 12% (13.300 tonnellate) in bitume e l’8% (8.800 tonnellate) in gasolio.
Da segnalare che grazie a questo ciclo virtuoso l’Italia ha già superato, con ben 8 anni di anticipo, la soglia dell’85% prevista dal pacchetto sull’Economia Circolare di Bruxelles.
In altri stati invece si preferisce l’utilizzo nella combustione per la creazione di energia termica: la Spagna rigenera il 68% degli oli, la Francia il 60%, la Germania il 50% e il Regno Unito solo il 14%.
“Pochi lo sanno – spiega il presidente del Conou, Paolo Tomasi – ma circa il 30% delle nostre automobili viaggia con olio rigenerato. E’ come se, ogni 3 anni, il nostro Paese non importasse petrolio per la produzione di basi lubrificanti nuove: dal 1984 (primo anno di attività del Consorzio) ad oggi, il riutilizzo dell’olio lubrificante usato ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni di petrolio di 3 miliardi di euro. Da rifiuto pericoloso da smaltire, l’olio lubrificante usato è diventato con il passare del tempo una materia prima seconda dall’elevato valore economico”.
Purtroppo però, anche se è una piccola parte (circa il 2%), qualcosa ancora sfugge alla raccolta del Consorzio, sia nel settore industriale sia nel “fai da te” in autotrazione, nautica e agricoltura.
Visto il potenziale inquinante dell’olio usato il Conou raccomanda da sempre agli automobilisti di rivolgersi alle autofficine e alle stazioni di servizio per il cambio dell’olio, una semplice operazione che garantisce sicurezza e rispetto dell’ambiente.
Per chi invece vuole ricorrere al “fai da te” il Conou raccomanda il rispetto di alcune regole: indossare un paio di guanti impermeabili, utilizzare un contenitore resistente agli urti e a chiusura ermetica e non mescolare l’olio con altre sostanze.
Quello che però bisogna evitare nella maniera più assoluta è la dispersione dell’olio usato nell’ambiente, un cesto incivile e pericoloso, anche perché telefonando al numero verde gratuito 800 863 048 o sul sito è possibile conoscere l’indirizzo del centro di raccolta comunale più vicino dove è possibile consegnare l’olio gratuitamente.