Una cesoia Indeco ISS 45/90 sta procedendo al sezionamento della vecchia struttura
del Kosciuszko Bridge, nell’ambito di uno dei progetti più importanti in corso di
realizzazione nella città di New York.
Aperto nel 1939, il Kosciuszko Bridge attraversava il fiume Newtown, connettendo Brooklyn (presso Green Point) a Queens (in corrispondenza di Maspeth). Il ponte, lungo 1.835 metri, è stato chiuso al traffico lo scorso aprile per essere demolito. Nonostante fossero stati eseguiti interventi di ripristino nel 1973 e nuovamente a cavallo tra il 1996 e il 1997, la struttura era costantemente monitorata fin dai primi anni 2000. Per questo, il Dipartimento dei trasporti e delle infrastrutture dello Stato di New York (NYS- DOT) nel 2009 ha varato un piano per la costruzione di due nuovi ponti strallati che, pur mantenendo il nome di quello costruito nel 1939, lo sostituiranno, permettendo così di migliorare notevolmente la viabilità di quell’area della metropoli.
Una demolizione complessa
La costruzione del primo ponte strallato è stata aggiudicata ad un’associazione temporanea di imprese composta da Skanska, Kiewit e ECCO-III Enterprises, che ha concluso i lavori in aprile di quest’anno.
All’ATI è però stata assegnata anche la demolizione del vecchio ponte, cominciata lo scorso 24 luglio quando la campata centrale che attraversava il fiume Newtown (lunga 91,5 metri, larga 27,12 metri e con un peso di 2.268 tonnellate) è stata prima separata dal resto della struttura e, dopo essere stata calata per 38 metri grazie all’impiego di un sistema di martinetti idraulici, é stata appoggiata su delle chiatte che l’hanno portata in un centro di riciclaggio, dove è stata sezionata. Rimaneva tuttavia il problema di come demolire le due rampe dal lato Queens e dal lato Brooklyn che di fatto costituivano la parte più consistente dell’intero ponte (sommate erano lunghe oltre 1.700 metri). Si trattava infatti di 21 campate con luce compresa tra 36 e 70 metri che appoggiavano su pile in cemento armato per un totale di 31.500 tonnellate di acciaio e oltre 68.000 metri cubi di cemento armato. Dopo un’attenta analisi dei disegni originali, risultava evidente che il metodo più efficiente per procedere alla demolizione della strutture era quello di sezionarla in punti determinati e di farla “appoggiare” con l’esplosivo, in un’unica volata per tutte le 21 campate su un letto di terra che ne avrebbe attutito l’impatto. Così facendo, la struttura sarebbe stata poi demolita al suolo con sistemi meccanici (cesoie per le strutture in acciaio e martello idraulico per le pile in cemento armato).
La demolizione del Kosciuszko Bridge è stata subappaltata dall’ATI a Breeze, una delle più importanti imprese specializzate in questo genere di interventi nella città di New York, che ha già realizzato importanti e complesse demolizioni, quali quelle del vecchio stadio Shea e dell’Hotel Dorset che ha permesso l’espansione del Museo di Arte Moderna (MOMA).
Viste le dimensioni della struttura e i tempi assegnati per completare la demolizione (entro la fine dell’anno), Breeze ha deciso di ridurre al minimo l’utilizzo della fiamma ossiacetilenica favorendo invece l’utilizzo di cesoie idrauliche montate su escavatore. Per questo motivo Breeze ha aggiunto alla propria flotta di macchine e attrezzature la nuova cesoia Indeco ISS 45/90, acquistandola dal concessionario Alessi Equipment. La demolizione è iniziata dalla prima campata dalla rampa del lato Queens, questa è stata infatti interamente demolita con la cesoia, senza cioè portarla a terra con l’esplosivo, sia perché non si poteva bloccare l’unico accesso all’ultima uscita in direzione Brooklyn, sia perché l’utilizzo dell’esplosivo avrebbe potuto indurre stress alle successive campate, che erano già state preparate con tagli e sezionamenti per la volata.
Una cesoia di grande potenza
Il numero degli elementi strutturali del ponte e le loro dimensioni richiedevano una cesoia di grande potenza e robustezza. Le ali di alcune travi IPE avevano uno spessore di due pollici (oltre 5 cm) mentre i correnti superiori misuravano 34 cm in altezza, 54 cm in larghezza ed erano realizzati con elementi di acciaio di 32, 19, 16 e 13 millimetri. Breeze, da tempo cliente Indeco (l’impresa dispone di 22 martelli, 2 cesoie e 2 multi grabs) ha dunque deciso di acquistare la ISS 45/90 non per mera lealtà al marchio, ma perché la cesoia è la migliore della sua categoria di peso (9700 kg) in termini di forza di taglio (2.500 tonnellate), massima forza in punta (275 tonnellate) e massima apertura (1.100 millimetri). La ISS 45/90 è interamente realizzata in Hardox e, disponendo di un cilindro che può gestire pressioni fino a 700 bar, ha quindi la robustezza strutturale e la potenza per affrontare qualsiasi tipo di intervento. La cesoia è inoltre dotata di una doppia guida che mantiene le ganasce sempre perfettamente allineate prevenendo le flessioni su tutto il movimento di taglio. La doppia valvola di rigenerazione rende più rapido il movimento della ganascia, (velocizzando l’apertura e la chiusura e quindi migliorando la produttività), mentre il doppio sistema di incisione nella punta superiore e inferiore consente una più efficace progressione del taglio. Come tutte le altre cesoie Indeco, la ISS 45/90 può inoltre vantare un rapporto peso/potenza molto favorevole, che migliora l’efficienza dell’attrezzatura.
Breeze ha accoppiato l’attrezzatura ad un escavatore Komatsu PC800 attraverso una sella speciale che ha permesso di assicuralo al monoblocco. In certi momenti il taglio delle varie strutture si è dimostrato difficile proprio per le loro dimensioni: come noto, quando si sezionano le travi IPE la cesoia di fatto prima piega anima e ali, raddoppiando così (e a volte triplicando) lo spessore che deve essere tagliato.
Nonostante le dimensioni delle varie membrature e l’enorme quantità di acciaio che deve essere sezionato, la ISS 45/90 sta fornendo ottime prestazioni.