Per la prima volta in Italia un dicastero è oggetto di uno studio per ridurre la produzione di rifiuti negli uffici. Il Ministro: “può essere un modello di lavoro esportabile ad altre amministrazioni nazionali e locali”.
Mai prima d’ora un Ministero in Italia aveva messo a punto un piano di riduzione dei rifiuti all’interno delle proprie sedi: non poteva che essere il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a dare “Il Buon Esempio”: si chiama così infatti il progetto presentato questa mattina dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Il piano di prevenzione, realizzato in collaborazione con AICA – Associazione Internazionale per la comunicazione ambientale, ha come obiettivo la riduzione dei rifiuti del 70% nei prossimi quattro anni.
«Abbiamo scelto di prendere questa iniziativa – spiega il Ministro Galletti – partendo da due elementi che non possono mai mancare quando si parla di gestione dei rifiuti: la cultura ambientale e l’approccio scientifico. Entrambi questi fattori – aggiunge il Ministro – convivono in un modello di lavoro che può essere esportabile alle altre amministrazioni dello Stato, centrali e locali. Solo con una forte mobilitazione comune – conclude Galletti – saremo in grado di vincere la sfida europea dell’economia circolare, che in Italia si arricchirà presto con la nostra Strategia nazionale».
Alla conferenza stampa nella sede di via Cristoforo Colombo hanno preso parte il Direttore generale per i Rifiuti e l’Inquinamento del Ministero dell’Ambiente, Mariano Grillo, e Roberto Cavallo di AICA. Per presentare l’iniziativa si è scelto un periodo simbolico: siamo infatti all’interno della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) che proprio il Ministero coordina e promuove in Italia da otto anni, in collaborazione con un apposito Comitato promotore nazionale.
Il progetto è frutto di uno studio che si è sviluppato nel biennio 2016-2017 ed è partito da un audit tecnico che ha permesso di analizzare la produzione dei rifiuti nei vari uffici del Ministero. Una fase che ha visto il reperimento di dati presso le varie Direzioni ministeriali, sopralluoghi nelle diverse strutture, un’indagine sulla produzione dei rifiuti e analisi merceologiche degli stessi per valutarne la composizione.
Lo studio ha indagato la composizione e la provenienza dei rifiuti: i dati emersi rivelano che il 45% degli scarti consiste in carta da ufficio, mentre il resto è da suddividersi in altri generi di carta, come cartone e carta assorbente (complessivamente il 17%), rifiuti organici e avanzi di cibo (15%), plastica mista (9%) e secco residuo (5%). Più esigue le altre tipologie di rifiuto, come vetro, metalli e farmaci.
La seconda fase del progetto ha stabilito le priorità dell’intervento di riduzione e di minimizzazione dei rifiuti da avviare allo smaltimento. Per raggiungere tali obiettivi, lo strumento previsto dalla campagna è incentrato proprio sul “buon esempio” che gli uffici del Ministero daranno all’esterno: i dipendenti sono infatti chiamati a seguire le indicazioni contenute in numerosi pannelli affissi nelle varie Direzioni, contenute anche in un pieghevole distribuito a tutti, contenente un decalogo di buone pratiche ambientali, secondo il principio che la comunicazione ambientale è più efficace se si basa sul coinvolgimento.
Lo stesso pieghevole – nello spirito dell’iniziativa volta a ridurre scarti e sprechi – è stato studiato in modo da essere durevole nel tempo, diventando un porta-oggetti da scrivania e prolungando così la sua funzione comunicativo-informativa.