A otto anni dalla precedente pubblicazione del 2009, la Relazione sullo Stato dell’Ambiente, trasmessa al Parlamento il 6 luglio 2017, rappresenta un doveroso aggiornamento sui principali indicatori ambientali del nostro Paese, ma anche uno strumento, il più ampio e completo, per chi desidera approfondire sotto il profilo scientifico la situazione dell’ambiente italiano. Un lavoro che consente di avere piena contezza del nostro territorio, dei suoi ecosistemi, della sua biodiversità, dei punti di forza e insieme delle sue criticità.
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente si avvia dal contesto già tratteggiato con il documento dell’Agenzia Europea per l’Ambiente “State and Outlook 2015” e facendo riferimento al tradizionale approccio DPSIR (Driving forces, Pressures, State, Impacts, Responses) è costruita secondo un modello concettuale che favorisce una più ampia modalità di analisi e lettura delle problematiche ambientali.
Il modello delineato mira ad individuare le relazioni di causa-effetto e le interazioni tra i moduli che lo costituiscono, con l’intento di costruire gli scenari possibili, adottare e valorizzare le politiche di tutela, fissando precise nomenclature e ponendosi in definitiva quale vero e proprio sistema di supporto alle decisioni.
L’Italia che emerge da questa disamina è uno Stato saldamente incardinato nel sistema di tutele ambientali definito dall’Unione Europea, il più attento e completo del mondo. Molti sono i punti positivi: siamo ad esempio tra i sistemi-paese a più alta efficienza energetica, possiamo contare su performance nelle rinnovabili che ci collocano all’avanguardia su scala mondiale.
Il documento analizza anche i ritardi antichi del Paese, a partire dal settore rifiuti, da quello in materia di depurazione e della qualità dell’aria delle nostre città.
Guardando indietro agli ultimi 40 anni, la progressiva attuazione di politiche ambientali e climatiche ha portato vantaggi sostanziali per il funzionamento degli ecosistemi e per la salute e il tenore di vita dei cittadini. Tuttavia, nonostante gli indubbi progressi ottenuti negli ultimi decenni, oggi l’Europa si trova ad affrontare sfide ancor più complesse, a partire da quella sui cambiamenti climatici, rispetto alla quale l’accordo di Parigi 2015 ha sancito un passo storico e non negoziabile.
Nel nostro Paese unico e meraviglioso, in cui ambiente, cultura e storia creano un mix inimitabile, puntare sull’economia verde come veicolo di nuovo sviluppo sostenibile rappresenta una priorità assoluta. Per farlo però dobbiamo conoscere innanzitutto, con un approccio scientifico coerente e definito, quali siano i nostri punti di forza e quali gli aspetti su cui lavorare con più intensità. La Relazione sullo Stato dell’Ambiente ha l’ambizione e insieme la concretezza di essere in questo percorso un ausilio prezioso per il decisore pubblico.