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Assorimap: il rischio di un’importazione inconsapevole

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Regis: “Servono regole: i polimeri riciclati e quelli vergini hanno lo stesso codice doganale: nella Ue l’importazione è già al 20%”

“Mentre l’Europa si prepara a rispondere ai dazi, le materie prime plastiche asiatiche che potrebbero scegliere mercati alternativi all’America, continuano ad entrare in Europa senza controllo: il comparto manufatturiero del riciclo deve essere protetto con regole stringenti”.

Walter Regis, presidente di Assorimap – Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria – lancia un appello all’Europa perché studi una difesa a misura di pmi anche per l’import delle materie prime provenienti dai paesi asiatici.

Il rischio è che aumentino le importazioni di plastiche che oggi rappresentano oltre il 20% del consumo di polimeri della Ue senza che se ne conosca l’esatta composizione”, dice Regis.

Infatti: non esiste ancora un codice doganale che identifichi il riciclato rispetto al vergine, e soprattutto manca un sistema comunitario di certificazione e tracciabilità che garantisca il contenuto di riciclato dichiarato”, rivela Regis.

Se non saranno fissate a livello europeo misure di tutela e difesa commerciale per salvaguardare gli operatori, a partire dall’applicazione di norme equivalenti sulla produzione di materiali e prodotti importati, il rischio è che “l’Europa si ritrovi a subire una pressione competitiva dai paesi cosiddetti low cost”, spiega Regis.

Una contraddizione rispetto alle regole che gli Stati membri sono chiamati ad osservare attenendosi al nuovo “Regolamento imballaggi” che impone obiettivi di contenuto minimo di riciclato in tutto il packaging in plastica.

Le richieste di Assorimap per riuscire a rispettare gli impegni europei del Green Deal e contribuire attivamente all’economia circolare, sono chiare: “Servono incentivi per sostenere un comparto già gravato dal caro energia, l’attivazione di controlli serrati e un monitoraggio attento sui flussi di import”.

Solo così si potrà promuovere un mercato globale in cui la qualità del prodotto sia fattore competitivo.

Conclude Regis: “Questo gioco al rialzo sui dazi, a danno dei sistemi produttivi europei, potrebbe essere l’occasione per una rivisitazione generale delle regolamentazioni di vigilanza”.