L’appuntamento, alla presenza del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e dei vertici di FCA, Iveco, Snam, Anfia, Confagricoltura, si è svolto nell’ambito della settimana #All4thegreen del G7 Ambiente e ha offerto l’occasione di ribadire, numeri alla mano, l’importanza del gas naturale e del biometano nella mobilità sostenibile e nelle politiche di decarbonizzazione dell’economia. Il biometano ottenuto da matrici agricole presenta infatti un livello di purezza elevatissimo e, senza alcune necessità di nuove infrastrutture, può essere impiegato nei trasporti, immesso nella rete nazionale del gas o utilizzato nella cogenerazione ad alto rendimento. Tra queste, l’utilizzo nei trasporti risulta una soluzione particolarmente sostenibile: un veicolo alimentato con questo biocarburante presenta, lungo l’intero ciclo di vita, emissioni pari a quelle di un veicolo elettrico alimentato da fonti rinnovabili (eolico) e cioè solo 5 gC02eq/Km, il 97% in meno di un analogo veicolo alimentato a benzina. Inoltre, nei motori alimentati a metano e biometano sono praticamente assenti le emissioni di PM10 e gli ossidi di azoto sono ridotti del 70%:un vantaggio economico e ambientale notevole, considerando che in Italia circola già quasi un milione di veicoli a metano.
L’Italia è il secondo produttore di biogas in Europa, dopo la Germania, e il biometano si può ottenere dagli oltre 1500 impianti a biogas già attivi su tutto il territorio nazionale.
Secondo il CIB, Consorzio Italiano Biogas, che rappresenta la filiera del biogas e del biometano in agricoltura, il potenziale del settore al 2030 è di 8,5 miliardi di metri cubi di gas equivalente, corrispondente a quasi il 15% del fabbisogno nazionale annuo di gas naturale. Di questi 8,5 miliardi, una quota considerevole potrebbe essere utilizzata nei trasporti sia in forma gassosa che compressa e alimentare mezzi pesanti, mezzi per il TPL, navi. Questo enorme potenziale potrebbe essere sbloccato da un imminente decreto interministeriale che dovrebbe prevedere, tra i provvedimenti più attesi, la revisione dell’intervallo temporale per l’accesso agli incentivi, un target annuo minimo di immissione di biometano in rete e un sistema di contabilizzazione che valorizzi maggiormente i benefici ambientali prodotti dalla digestione anaerobica.
“Il biometano – spiega Piero Gattoni, presidente del CIB, intervenuto a Bologna – riveste un ruolo strategico nella Strategia energetica nazionale (SEN) per la sua duttilità d’impiego, oltre che per i suoi impatti virtuosi sulla sostenibilità dei trasporti e della rete del gas. Tra i suoi vantaggi, in particolare, quello di sapersi integrare all’agricoltura, rendendola più resiliente e sostenibile e valorizzandone, in una logica di economia circolare, i suoi scarti e sottoprodotti”.
Il consolidamento di un parco aggregato biogas/biometano sarebbe d’aiuto anche alla sicurezza e alla programmabilità dei consumi elettrici nazionali. “Siamo l’unica rinnovabile – ricorda il presidente Gattoni – da cui si possono ottenere sia elettricità che gas e questo offre vantaggi all’intero sistema. Il nuovo decreto consentirebbe di destinare la quantità eccedente di elettricità prodotta dalle rinnovabili non programmabili, nei periodi di calo della domanda, alla produzione di biometano attraverso tecnologie di trasformazione power to gas. I nostri impianti possono diventare, inoltre, stazioni di erogazione a supporto sia della mobilità a gas naturale che di quella elettrica. Per fare questo, tuttavia, è fondamentale sostenere la produzione di elettricità da biogas oltre la fine degli incentivi prevista tra il 2023 e il 2027. Il recente disimpegno degli Stati Uniti dagli accordi di COP 21 non deve farci demordere da un percorso obbligato nel quale l’Europa e l’Italia hanno l’occasione di mostrare tutta la loro capacità di innovazione e programmazione”.