Nuovo Regolamento per il Riciclo degli Inerti: Abrogato il Decreto 152/2022, Cambiano le Regole per il Settore Edile
Entra ufficialmente in vigore oggi, 26 settembre, il nuovo regolamento sulla cessazione della qualifica di rifiuto per gli inerti derivanti da costruzione e demolizione. Questo decreto, frutto di un lungo lavoro del Ministero dell’Ambiente guidato da Gilberto Pichetto Fratin, abroga e sostituisce il contestato decreto ministeriale 152 del 2022, duramente criticato dalle imprese edili e dalle infrastrutture per la sua rigidità.
Il nuovo testo introduce criteri più flessibili per definire quando i materiali recuperati dai processi di demolizione e costruzione possono essere considerati “end of waste”, ossia non più rifiuti, ma prodotti riutilizzabili che possono rientrare nel mercato per sostituire gli inerti naturali. I produttori di aggregati recuperati avranno 180 giorni, a partire da oggi, per adeguare le proprie autorizzazioni e presentare la documentazione necessaria per l’aggiornamento delle autorizzazioni ambientali o delle comunicazioni di inizio attività.
Il decreto 152/2022, entrato in vigore solo due anni fa, aveva imposto limiti troppo stringenti sulla presenza di contaminanti negli aggregati recuperati, generando malcontento e ostacolando le operazioni di riciclo negli impianti di trattamento dei rifiuti inerti. Queste restrizioni avevano sollevato preoccupazioni tra gli operatori del settore, che temevano un blocco dell’intera filiera edile, fino all’intervento del Consiglio di Stato, il quale aveva invitato il Ministero a una revisione normativa più equilibrata.
La nuova normativa introduce una tabella con limiti differenziati per i contaminanti in base all’utilizzo degli aggregati recuperati: soglie più alte sono previste per applicazioni come il recupero ambientale e i riempimenti, mentre sono più rigorose per utilizzi come la produzione di calcestruzzi e miscele bituminose. Inoltre, tra le novità c’è anche l’inclusione dei rifiuti da costruzione e demolizione abbandonati nell’elenco dei materiali idonei per la produzione di aggregati recuperati e l’introduzione della norma UNI EN 13108 come riferimento tecnico per la certificazione CE.
Le imprese del settore vedono con favore queste modifiche, che sembrano risolvere molte delle criticità applicative del precedente decreto, anche se restano questioni aperte, come l’esclusione dei rifiuti inerti interrati dal riciclo e le restrizioni sugli usi in riempimenti e ripristini ambientali. Il Ministero dell’Ambiente non esclude ulteriori interventi di perfezionamento nei prossimi 24 mesi, con la possibilità di una revisione dei criteri sulla base delle evidenze raccolte.
Secondo ISPRA, nel 2022 l’Italia ha prodotto 60 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione, con un tasso di riciclo del 79,8%, superando l’obiettivo UE del 70%. Gli aggregati recuperati vengono attualmente impiegati principalmente in rilevati e sottofondi stradali, ma il nuovo decreto punta anche a promuoverne l’uso in applicazioni più avanzate come il confezionamento di calcestruzzi, in linea con i nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) per la manutenzione delle infrastrutture stradali.
Con questo nuovo regolamento, il Ministero dell’Ambiente si impegna a sostenere ulteriormente il settore, favorendo un utilizzo più sostenibile e circolare dei materiali provenienti dalle attività di costruzione e demolizione.