Nuova interrogazione in consiglio regionale sul caso Insar, la partecipata della Regione e del ministero dell’Economia che è stata già al centro dell’attenzione pubblica per l’abnorme ricorso alle consulenze esterne a fronte della creazione di un numero mai chiarito di posti di lavoro. Stavolta il consigliere regionale di Campo Progressista, Francesco Agus, interroga il presidente della giunta regionale e l’assessore al Lavoro sulla gestione del bando per un nuovo progetto, Ico edili, che nasce per promuovere l’occupazione in un settore dove, spiega Agus, negli ultimi 8 anni sono state perse 36mila buste paga, ma che rivelerebbe una serie di incongruenze gravi.
Tra le tipologie di imprese che possono partecipare al bando ci sono ditte di pulizie, cantieri di demolizioni navali, smaltitori di rifiuti pericolosi, produttori di compost. Nonostante la perdurante crisi del settore edile si emana un bando impostato sui tirocini remunerati con soldi pubblici senza privilegiare l’unico settore che può far riprendere l’edilizia, le ristrutturazioni. Non risulterebbe specificato nel bando che le assunzioni devono essere rivolte a persone espulse dal settore edile. Sulle imprese, il bando non precisa la dimensione e, questo, contraddice l’ indicazione della Regione secondo la quale il progetto madre, che si chiamava, appunto Ico (Interventi coordinati per l’occupazione), era rivolto alle piccole e medie imprese. «Rischia di ripetersi il fenomeno già riscontrato con Ico – spiega Agus – in cui solo 7 aziende hanno incamerato l’80 per cento delle risorse».
I difetti riscontrati nell’Ico varato tre anni fa ritornano nell’Ico edili del maggio 2017: non c’è ripartizione territoriale cosicché potrà succedere di nuovo che le imprese beneficiarie siano quasi tutte nell’area metropolitana di Cagliari. Infine, Agus definisce «incomprensibile» l’esclusione dalla cabina di regia del progetto dell’Aspal, l’agenzia regionale cui la Regione ha attribuito la sperimentazione di politiche attive del lavoro.
L’appello di Agus: che il bando Ico sia annullato, che si ragioni seriamente sulla grave crisi del settore costruzioni.