Il probabile caos normativo non farà raggiungere gli obiettivi del Pniec, con perdita di Pil e di posti di lavoro.
«Apprendiamo che il Decreto Aree Idonee è finalmente stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 luglio 2024 e constatiamo con amarezza che, in pratica, si demanda tutto alle regioni». Di fatto, in base a quanto previsto nel Decreto, ogni regione potrà stabilire i suoi criteri per l’individuazione delle aree idonee, con una conseguente probabile disomogeneità di approcci da regione a regione.
«È esattamente l’opposto di ciò che sarebbe stato logico attendersi dal Decreto, il quale avrebbe dovuto indicare i criteri di riferimento in modo specifico per poi demandare alle regioni la sola mappatura territoriale. – afferma il presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli – Ci chiediamo allora perché ci siano voluti ben 930 giorni (oltre due anni e mezzo) dalla pubblicazione della 199/2021 perché il Decreto vedesse la luce visto che, per delegare tutto alle regioni, sarebbe stato sufficiente solo qualche giorno».
«Ci preoccupa il probabile caos normativo che deriverà da tutto ciò cosa che avrà come risultato quello di disincentivare gli investitori, nazionali ed esteri, dall’investire nello sviluppo delle rinnovabili in Italia, perdendo così punti di Pil e posti di lavoro. Duole quindi constatare che con il Decreto Aree Idonee, il Governo e i ministeri competenti pongono in essere azioni che non sono assolutamente in linea con il raggiungimento dell’obiettivo +80 GW di nuove rinnovabili al 2030 indicato nel Decreto stesso».