Aprono al pubblico per dieci mesi all’anno, dopo un accurato intervento di restauro e valorizzazione, le Saline Conti Vecchi, a pochi chilometri da Cagliari, impianto tuttora in funzione all’interno di un’area di particolare valore ambientale. Un paesaggio industriale che si fonde con la natura incontaminata dove vivono, tra gli altri, fenicotteri e falchi di mare.
Le Saline Conti Vecchi ad Assemini (Cagliari), luogo minerario ancora oggi produttivo, sono state riqualificate e valorizzate grazie alla partnership tra Eni, proprietaria del bene attraverso la società Ing. Luigi Conti Vecchi – Syndial, e Fai – Fondo Ambientale Italiano.
Entrate in esercizio nel 1931, le Saline Conti Vecchi si estendono su una superficie di 2700 ettari nei Comuni di Assemini, Capoterra e Cagliari e sono integrate con lo stabilimento industriale Ing. Luigi Conti Vecchi ad Assemini, oggetto di un importante progetto di riqualificazione industriale.
Dopo la cerimonia dello scorso 26 maggio, e l’apertura esclusiva e ad ingresso gratuito per gli abitanti dei Comuni di Assemini e Capoterra e per gli iscritti Fai di Cagliari, da ieri è aperto a tutto il pubblico, dal martedì alla domenica, parte del complesso delle storiche saline.
Un sito di archeologia industriale che si racconta attraverso allestimenti d’epoca, documenti storici e videoproiezioni alla scoperta delle saline e dell’oro bianco, il sale, della sua produzione, del suo paesaggio e dei suoi protagonisti.
Per la definizione del progetto il Fai si è avvalso della collaborazione di esperti e studiosi locali, ma anche dei lavoratori stessi della salina, quelli storici e quelli attuali. Per raccontare il lato ‘umano’ delle saline, che ospitarono vere e proprie comunità che vivevano nel villaggio attiguo, sono stati raccolti ricordi e documenti privati.
Il progetto di conservazione e valorizzazione interessa tutti gli spazi affidati da Eni al Fai: gli ambienti sono stati riportati alle originarie funzioni, corredati di macchinari, oggetti e arredi storici, restaurati e ripristinati in loco come apparivano negli anni Trenta. Un allestimento che permette di toccare con mano come si svolgeva la vita della salina nella prima metà del Novecento, tra uffici, officine e laboratori.
Dopo gli ambienti storici, il percorso attraversa l’ex-falegnameria e l’officina meccanica. Quindi ci si addentra nelle saline, tra le vasche salanti e i bacini evaporanti, fino ai luoghi di produzione attuali grazie a percorsi guidati, con trenino turistico, immersi nella natura. Un’oasi che include le Saline di Macchiareddu e lo Stagno di Capoterra, zone di particolare valore ambientale, naturalistico e paesaggistico, testimoniato dalla presenza su queste aree di siti riconosciuti e tutelati a livello nazionale e internazionale.
La presenza di differenti ambienti fisici, a seconda della salinità delle acque, ha dato vita nelle saline a una flora ricca ed eterogenea, in cui la macchia mediterranea si alterna alla vegetazione di acqua dolce. Inoltre il sito costituisce l’habitat naturale ideale per molte specie di uccelli: durante l’inverno sono stati censiti fino a 40.000 uccelli acquatici appartenenti a 50 specie diverse, in particolare fenicotteri rosa.