È iniziata la demolizione dell’ex Palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno, al civico 264 di via Scipione l’Africano a Bari. L’edificio, progettato nel 1972 dall’architetto Onofrio Mangini, ha iniziato a essere smantellato dai lavoratori della ditta Colasanto Demolizione il 26 marzo. Il primo passo di questa operazione è stato la rimozione dell’antenna che per anni è stata un’icona, utilizzata dall’emittente Antenna Sud. La demolizione darà spazio a un nuovo complesso residenziale denominato “Palazzo del Mezzogiorno”, che ospiterà 88 appartamenti distribuiti su sette piani.
Il palazzo, di proprietà di una società che include gli editori della Gazzetta del Mezzogiorno, Antonio Albanese, Vito Miccolis e Vito Ladisa, è composto da tre piani interrati e quattro piani fuori terra. Questo palazzo, che rappresentava una delle prime applicazioni delle tecniche antisismiche a Bari, è stato testimone di importanti eventi, come l’inaugurazione avvenuta il 29 ottobre 1972, alla presenza dell’allora capo dello Stato, Giovanni Leone.
La decisione di demolire l’edificio, rimasto in stato di abbandono per sette anni a seguito del trasferimento della sede del giornale, ha generato un dibattito acceso. L’Ordine degli Architetti ha espresso la sua contrarietà a questa demolizione, definendola un’altra perdita per l’architettura moderna di Bari. “Una città che abbatte la sua storia è una città senza memoria, per chi la vive e per chi la visita. Fermate la distruzione dell’architettura moderna barese”, ha dichiarato il presidente Mimmo Mastronardi.