- Un nuovo rapporto mostra che la scarsità di risorse sta portando a un aumento dei costi, a interruzioni della catena di approvvigionamento e a rallentamenti nella produzione.
- La maggior parte delle imprese è favorevole alle normative sulla circolarità e investirà di più nei prossimi tre anni, nonostante la mancanza di un approccio standardizzato e la lenta adozione delle pratiche chiave.
- Il miglioramento della circolarità è strettamente legato all’efficienza energetica, in quanto l’energia è una delle maggiori fonti di rifiuti.
Un nuovo rapporto di ABB Motion, intitolato “Circularity: No Time to Waste”, rivela che il 90% delle imprese industriali in Italia sta subendo gli effetti della scarsità di risorse, spingendo il 71% delle imprese ad aumentare i propri investimenti in iniziative di circolarità entro i prossimi tre anni.
Le materie prime (33%) sono considerate la risorsa più scarsa, seguite dall’energia (30%), dalla manodopera (26%) e dai componenti elettronici (23%). La scarsità di risorse ha comportato un aumento dei costi per il 32% delle aziende, nonché il 32% ha subito un’interruzione della catena di approvvigionamento e il 20% ha subito un rallentamento della capacità produttiva. Nonostante l’energia sia una risorsa sempre più scarsa, il 41% delle aziende ha indicato l’energia come la loro principale fonte di rifiuti. Ciò evidenzia l’urgente necessità di una maggiore efficienza energetica nell’industria, che secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) sarà una leva fondamentale per raggiungere gli obiettivi di Net Zero.
L’indagine globale, condotta da Sapio Research nell’ottobre 2023, ha raccolto le risposte di 3.304 decision maker in 12 Paesi, tra cui 250 intervistati in Italia. Gli intervistati rappresentavano una serie di settori industriali, come quello energetico, metallurgico, chimico, petrolifero e gas, marino, minerario e dei servizi.
Se da un lato c’è ottimismo nell’investire nella circolarità, dall’altro l’indagine ha individuato gli ostacoli che impediscono un progresso immediato. A esempio, la maggioranza degli intervistati non ha individuato una definizione comune di “circolarità”. Inoltre, solo il 6% delle aziende considera la circolarità come una responsabilità a livello aziendale, questo gruppo ha però registrato il più alto livello di miglioramenti nei parametri chiave della circolarità, come il consumo di energia, l’uso di materiali riciclati e le emissioni di carbonio.
L’indagine rivela anche che l’adozione di molte importanti pratiche circolari è ancora limitata tra gli italiani, tra cui la collaborazione con le società di gestione dei rifiuti (il 35% delle aziende ha stretto una collaborazione con le società di gestione dei rifiuti), l’uso di tecnologie efficienti dal punto di vista energetico (il 36% delle aziende ha adottato tecnologie efficienti dal punto di vista energetico) e la promozione di principi circolari nella catena di approvvigionamento (il 36% delle aziende ha promosso principi circolari nella catena di approvvigionamento). È incoraggiante notare che il 66% delle aziende utilizza in una certa misura materiali riciclati nei propri prodotti.
Investire nella circolarità ha già portato a benefici misurabili, tra cui la riduzione dei rifiuti (il 44% delle aziende ha registrato una riduzione dei rifiuti) e il miglioramento dell’efficienza energetica (il 39% delle aziende ha registrato un miglioramento dell’efficienza energetica). Sebbene alcune aziende esprimano preoccupazione per l’investimento iniziale richiesto, molte prevedono miglioramenti a lungo termine nell’efficienza dei processi e nel controllo dei costi.
L’82% delle aziende concorda sul fatto che l’economia circolare incoraggia l’innovazione e guida la competitività. Il 68% delle aziende intervistate è inoltre favorevole all’incremento di regolamentazioni e di requisiti di rendicontazione e il 78% desidera un maggiore sostegno da parte del governo per l’adozione di pratiche circolari per il business.
Tarak Mehta, presidente di ABB Motion, ha commentato: “La necessità impellente di passare a un’economia circolare non è mai stata così chiara. Il nostro attuale stile di vita sta esaurendo le risorse a un ritmo insostenibile, contribuendo alle emissioni e ai cambiamenti climatici. Abbracciare la circolarità non è solo essenziale per salvaguardare il nostro ambiente, ma anche per migliorare la resilienza delle imprese”.
“Questa indagine evidenzia l’importanza di adottare un approccio olistico, di responsabilizzare tutti i livelli dell’organizzazione e di abbracciare le nuove tecnologie e le collaborazioni. Anche se ci sono sfide da superare, le aziende che abbracciano pienamente la circolarità vedono benefici significativi, dal controllo dei costi al miglioramento della reputazione. Dobbiamo agire ora, per rendere la circolarità la norma nelle industrie globali. Non c’è tempo da perdere”.