XII Congresso nazionale di Legambiente, L’Italia in cantiere: 112 i cantieri della transizione ecologica made in Italy suddivisi in 10 aree tematiche mappati da Legambiente per raccontare la rivoluzione già in atto nel Paese.
Sicilia, Lombardia ed Emilia-Romagna le regioni con più cantieri mappati.
Dalla 3SUN gigafactory di Catania che diventerà la più grande fabbrica europea per la produzione di pannelli fotovoltaici al parco PACTH di Chieri, dall’impianto di biometano di Schiavon (VI) alla Cartiera di Guarcino, dal Repowering degli impianti eolici esistenti alla bonifica dell’ex discarica di Matera.
Legambiente: “Il Paese crede nella transizione ecologica indicata dall’Europa e richiesta dal pianeta, lo dimostrano le tante realtà che abbiamo incontrato e raccontato. Ora tocca al Governo Meloni fare la sua parte con interventi concreti per velocizzare la decarbonizzazione e completare la riconversione ecologica del Paese”.
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C’è un futuro che è già presente e che aiuterà l’Italia a diventare sempre più verde, innovativa e inclusiva. È quello della transizione ecologica che si sta concretizzando già in molti territori della Penisola, e dove in alcuni casi è già realtà. Lo raccontano i ben 112 cantieri della transizione ecologica made in Italy mappati da Legambiente, da maggio a fine novembre, con la sua campagna itinerante “I cantieri della transizione ecologica”, riassunti nell’omonimo report finale e nella mappa interattiva presentati oggi in apertura del suo XII Congresso nazionale dal titolo “L’Italia in cantiere”, in programma a Roma dall’1 al 3 dicembre all’Auditorium del Massimo. 112 storie e progetti, suddivisi in 10 aree tematiche – rivoluzione energetica, adattamento alla crisi climatica, agroecologia, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, riconversione industriale, economia circolare, lotta alle illegalità, aree protette e biodiversità, giovani e università -, che puntano sempre di più su innovazione e sostenibilità ambientale, che fanno bene al Paese creando nuovi posti di lavoro e che per Legambiente meritano di essere replicati, a partire dai quei primi venti cantieri che l’associazione ambientalista ha raggruppato sotto la voce “cantieri nazionali”.
Si va, ad esempio, dalla 3SUN gigafactory di Catania, che diventerà il più grande impianto di pannelli fotovoltaici d’Europa, all’impianto di biometano di Schiavon (VI), in Veneto, il più importante e grande d’Europa nel suo genere che, grazie ad un consorzio di 117 allevatori locali, trasforma i reflui zootecnici in energia rinnovabile e fertilizzante; da Cartiere di Guarcino Spa, in provincia di Frosinone, una delle aziende associate ad Assocarta, e che autoproduce energia elettrica, gestisce in maniera sostenibile l’acqua e il riciclo della carta, al parco tessile chierese – PACTH – di Torino, esempio di contrasto al consumo al consumo di suolo. Qui al posto di una scuola abbandonata da 15 anni, dove si dovevano realizzare nuovi edifici, è stata creata una nuova area verde di circa 6mila mq, che si collega con un altro parco, per un totale di 11mila mq di verde. Tra gli altri cantieri nazionali, c’è poi il repowering degli impianti eolici esistenti in provincia di Benevento in Campania, l’ex discarica di Matera “La Martella” dove sono stati ultimati da poco i lavori di bonifica che hanno consentito la chiusura della procedura di infrazione europea. Ed ancora si va dal prezioso lavoro avviato dal Consorzio Nazionale degli Oli minerali Usati (CONOU), con la raccolta e il riciclo di un rifiuto pericoloso come l’olio minerale usato, al percorso di sostenibilità e innovazione della filiera bieticolo-saccarifera italiana avviato da COPRO-B, al nuovo sistema di collettamento fognario e depurazione di Gavardo, Villanuova sul Clisi e Vallio Terme, in provincia di Brescia, con A2A, solo per citarne alcuni.
Regioni virtuose e Sud Italia: la Sicilia (con 12 cantieri), la Lombardia (10) e l’Emilia-Romagna (9) risultano le regioni con più cantieri mappati da Legambiente. Un segnale che lascia ben sperare soprattutto al Sud Italia che sta dimostrando di essere una importante culla di innovazione, candidandosi a diventare l’hub delle rinnovabili: dal primo parco eolico off-shore del Mediterraneo inaugurato a Taranto ad aprile 2022 al futuro impianto di Catania, per passare alla Campania, dove l’eolico con i suoi impianti è una delle rinnovabili più diffuse. In termini economici, l’economia verde che conta, secondo i dati di Fondazione Symbola e Unioncamere, già 3,2 milioni di posti di lavoro.
Per Legambiente la grande sfida che deve affrontare il Paese è accelerare il passo della transizione ecologica e della cantieristica nei dieci settori chiave (rivoluzione energetica, adattamento alla crisi climatica, agroecologia, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, riconversione industriale, economia circolare, lotta alle illegalità, aree protette e biodiversità, giovani e università), diventando un modello internazionale. Una sfida e un appello che rivolge al Governo Meloni ricordando che questo deve essere il tempo della concretezza e della volontà politica, ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede l’ambiente, ce lo impone la crisi climatica che avanza. Tre i pilastri su cui lavorare: 1) snellire i processi autorizzativi delle varie filiere a partire dalle rinnovabili; 2) accelerare la riconversione ecologica del tessuto produttivo, che può garantire milioni di nuovi posti di lavoro, l’apertura di nuovi impianti produttivi o la riconversione di quelli già esistenti. 3) promuovere una nuova stagione di partecipazione e controlli ambientali per prevenire le contestazioni territoriali e i rischi di infiltrazione criminale negli appalti pubblici.
“La transizione ecologica non rappresenta un bagno di sangue per il nostro Paese come alcuni vogliono far credere. È invece innovazione e futuro, ed esiste già in centinaia di luoghi della nostra Penisola anche con importanti leadership internazionali. Quello che chiediamo al Governo Meloni – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – è più concretezza e azioni tangibili per accelerare la decarbonizzazione dell’Italia. La Cop28 sul clima che è appena iniziata a Dubai sarà il primo banco di prova per il nostro Paese, che deve ancora eliminare i sussidi alle fonti fossili e si trova sempre impreparato di fronte alla crisi climatica. Due temi su cui l’Esecutivo deve invertire al più presto la rotta. Il secondo banco di prova è rappresentato dai tanti cantieri in corso e da quelli che si devono ancora aprire in tutta la Penisola in nome della transizione, quella vera, innovativa e inclusiva come abbiamo raccontato in questi mesi con la nostra campagna itinerante. In particolare, i primi cantieri da moltiplicare dovranno essere quelli della decarbonizzazione, mettendo al centro le rinnovabili, oggi troppo rallentate da ritardi, iter burocratici e no delle sovraintendenze, e quelli dell’adattamento alla crisi climatica”.
“La transizione ecologica – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – è un vecchio pallino della nostra associazione. Ne parlavamo già negli anni ‘80 quando nei nostri documenti scrivevamo le nostre proposte per la riconversione ecologica dell’economia italiana. Poi la crisi climatica, l’emergenza pandemica, le speculazioni dei produttori delle fossili, tra la ripresa dell’economia dopo le prime ondate del Covid-19, l’aggressione militare russa in Ucraina e la rapida e violenta ripartenza del conflitto israelo-palestinese che sta coinvolgendo anche altri Paesi del Medio-Oriente, hanno fatto entrare questo tema in modo prepotente anche nel dibattito politico degli ultimi anni ma non nel modo che speravamo. Da qui l’idea di raccontare con la campagna sui cantieri della transizione ecologica le esperienze di chi ha deciso con concretezza di affrontare la crisi climatica e la transizione ecologica. Nei prossimi anni ci impegneremo per far replicare queste esperienze in tutto il territorio nazionale. Con buona pace di chi racconta che la transizione ecologica è un guaio da cui tenersi lontani”.
I 20 cantieri nazionali: tra i cantieri nazionali c’è anche Ischia ribattezzata “Cantiere Ischia 2030” con il Manifesto nazionale della ricostruzione proposto da Legambiente e un modello virtuoso a cui guardare in futuro anche per altre aree del Paese. In molti altri cantieri mappati da Legambiente la parola chiave è anche “decarbonizzazione” come accade, oltre che per la filiera della carta, anche per il riscaldamento, il vetro e dell’edilizia. Si va dall’impianto di produzione di pompe di calore ad alta temperatura (Teon) alla produzione di materiali per l’edilizia e il restauro sostenibili (Fassa Bortolo) allo stabilimento O-I, azienda parte di Assovetro (Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro), in Friuli-Venezia Giulia utilizza tecnologie innovative per la produzione di contenitori ad alta efficienza. Tra gli altri cantieri nazionali, anche la Torre Unipol a Milano, simbolo di un’architettura sempre più ecosostenibile, il progetto di riciclo delle capsule in alluminio di Nespresso “Da Chicco a Chicco”, la rassegna di degustazione nazionale dei vini da agricoltura biologica e biodinamica nata oltre 30 anni fa a Rispescia (Gr), il progetto “Energia Per Tutti: Nodi territoriali, bisogni, opportunità”. Ed ancora il prezioso lavoro avviato dal Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio (RICREA); il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI); per arrivare all’impianto di riciclo dei pannelli fotovoltaici nato a Taranto nel 2022 – si tratta di Irigom RV – che nel giro di pochi mesi è diventato un punto di riferimento nazionale per la gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici
La mostra “i cantieri della transizione ecologica”: Inaugurata oggi presso l’Auditorium del Massimo anche la mostra congressuale dedicata alle principali esperienze praticate nei cantieri nazionali della transizione ecologica, testimoni importanti e alleati strategici per il futuro del Paese. Una mostra che racconta solo la punta di un iceberg composto da 112 esperienze censite e incontrate dall’associazione in questi mesi di percorso congressuale e dai tanti cantieri in cui entreremo ancora.