Dopo il boom post pandemia e la ripresa del settore il comparto del riciclo meccanico della carta soffre le conseguenze degli aumenti dell’energia, con il crollo dei prezzi della carta riciclata e una flessione dei prezzi che, nel solo mese di settembre, ha toccato il – 69%.
Il rapporto 2022 Unirima (Unione nazionale imprese raccolta, recupero, riciclo e Commercio dei maceri e altri materiali) fotografa un anno di attività̀ e racconta i risultati ottenuti: circa 7 milioni di tonnellate di carta da macero prodotta prodotte che collocano l’Italia al secondo posto in Europa per riciclo di carta. Frutto di una rete capillare di impianti di trattamento rifiuti, sonocirca 600, ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni che da attività commerciali, artigianali, industriali e terziarie per produrre la materia prima end of waste (c.d. “carta da macero”) destinata alle cartiere. Tuttavia, emergono anche i problemi e il nuovo trend del mercato che trova nelle esportazioni uno sbocco fondamentale. La ripresa economica, che ha fatto seguito all’emergenza sanitaria, ha portato ad una forte crescita nel 2021, anno in cui si è consolidato anche il superamento del target di riciclo degli imballaggi cellulosici previsto per il 2030, ormai stabilmente al di sopra dell’85% e con l’obiettivo al 2025 superato addirittura già dal 2009. Un trend che sembra confermarsi anche nell’anno in corso.
Oggi, l’impatto della guerra in Ucraina e i conseguenti aumenti dei prezzi dell’energia stanno facendo emergere alcune criticità nella filiera, anche se il comparto della carta da macero non rallenta. Per questo all’inizio di settembre, la principale associazione di imprese del settore, un comparto conta su 20mila addetti e un fatturato annuo di circa 4 miliardi di euro, ha lanciato l’allarme, chiedendo l’intervento del governo per far fronte alla crisi generale dovuta al forte rallentamento delle attività industriali a valle (le cartiere), che ha determinato una forte riduzione dei prezzi della carta da macero ma anche l’aumento dei quantitativi da stoccare negli impianti.
ATTIVITÀ
La produzione della materia prima “carta da macero” ha raggiunto nel 2021 circa 7 milioni di tonnellate (+3% rispetto all’anno precedente) pari a 13,3 tonnellate/minuto, un risultato importante che ci colloca al secondo posto in Europa.
Il comparto industriale della carta da macero si è dunque confermato un punto di eccellenza dell’economia circolare, come dimostrato anche dai traguardi raggiunto nel riciclo dei soli imballaggi cellulosici con l’obiettivo comunitario previsto per il 2025 (75%) raggiunto e superato già nel 2009 e, a partire dal 2020, è stato superato anche il target al 2030 (85%). Il 2021 ha consolidato il trend, con un tasso di riciclo che si è attestato sull’85,08%. Delle 4,46 milioni di tonnellate di imballaggi in carta e cartone riciclati nel 2021, che hanno determinato il tasso di riciclo dell’85,08%, circa 1,9 milioni derivano dalla raccolta differenziata rifiuti urbani (domestici e “simili” raccolti in regime di privativa, quindi compresa la parte di “ex-assimilati” proveniente da attività commerciali), mentre il resto degli imballaggi cellulosici riciclati, cioè circa il 56%, deriva dalla raccolta presso le attività economiche effettuata, al di fuori della privativa comunale, dalle imprese private che confermano quindi il loro ruolo sempre maggiore nel perseguimento degli obiettivi di riciclo della carta.
Nel 2021 sono diminuite le esportazioni, che da 1,85 milioni sono passate a 1,28 milioni di tonnellate, che restano comunque uno sbocco fondamentale per il surplus (circa il 27%) strutturale di carta da macero rispetto al fabbisogno interno.
MERCATO E CRISI
Nella prima metà del 2020, i diversi lockdown e la chiusura temporanea di alcune attività hanno causato una consistente diminuzione della produzione degli imballaggi in carta e cartone. La raccolta, insufficiente rispetto alla domanda di carta da macero, ha così portato ad un primo incremento dei prezzi, che si sono poi stabilizzati nella seconda metà dell’anno. Con la ripresa economica trainata da Cina e Stati Uniti si è avuto un nuovo aumento della domanda, le quotazioni della carta hanno subito un forte aumento per stabilizzarsi nella primavera 2021, quando i prezzi medi si sono fermati intorno ad un valore medio di 108 euro a tonnellata per carte e cartoni misti e di 118,5 euro a tonnellata per i cartoni ondulati, per poi incrementare nei primi mesi del 2022 fino a raggiungere a giugno il valore medio di 135 euro a tonnellata. Il brusco cambiamento di tendenza è arrivato ad agosto 2022, con le quotazioni che sono crollate fino a registrare a settembre 2022 una riduzione del 69% rispetto al prezzo medio di luglio. Tra i fattori che hanno determinato questa situazione il fermo o forte rallentamento delle attività del settore industriale a valle, cioè le cartiere, connesso all’incremento dei prezzi dell’energia.
Per questo Unirima, all’inizio di settembre, ha chiesto al governo di introdurre precise misure volte a tutelare le imprese della carta da macero e di prevedere anche deroghe per incrementare la capacità di stoccaggio degli impianti. Accanto alle nuove criticità, tuttavia, permangono anche quelle che caratterizzano il settore già da diversi anni. Tra queste l’importante tema della gestione degli scarti non riciclabili classificati come rifiuti speciali non pericolosi (CER 19 12 12). Si tratta degli scarti generati dai processi di trattamento dei rifiuti finalizzati alla produzione di materia prima “end-of-waste”. Nel complesso è un flusso importante di materiale, che dovrebbe essere gestito in un’ottica di circolarità. In generale, mentre i dati Ispra vedono un aumento dei rifiuti CER 19 12 12, si rileva una crescente difficoltà nel reperire gli impianti che dovrebbero trattarli ed un conseguente incremento dei costi.
IL CONTESTO MONDIALE
La produzione mondiale di carta riciclata si attesta intorno a 240 milioni di tonnellate, pertanto, più della metà della materia prima cellulosica prodotta nel mondo proviene da carta da macero. Nel complesso, Cina e Stati Uniti insieme incidono da soli per circa metà del totale. Nel 2021 l’Unione Europea ha invece prodotto 90,2 milioni di tonnellate, con la Germania che si assesta sul 26%. L’Italia, seconda in Ue per produzione di carta riciclata, conta invece una percentuale dell’11%, con una crescita superiore a quella delle altre nazioni europee. L’Asia comunque resta il principale produttore di carta riciclata, con il 44% sul totale prodotto nel mondo, anche se, a partire dal 2018, la produzione mondiale è scesa passando da 250,19 milioni di tonnellate nel 2018 fino a toccare 239,8 milioni di tonnellate nel 2020. Una riduzione che ha interessato tutte le aree geografiche eccetto Medio Oriente e Africa, che hanno registrato un incremento.
LE PROSPETTIVE DEL SETTORE
La produzione cartaria è destinata ad aumentare nei prossimi anni anche per la tendenza a sostituire gli imballaggi meno sostenibili, tra cui soprattutto quelli in materie plastiche. Nel 2021 la produzione di carta per usi innovativi, proprio nell’ambito di questo “effetto sostituzione”, è cresciuta del 9,6% e, anche se tali beni vedono ancora una quota marginale nella produzione complessiva di carta, i mutamenti in atto stanno avvenendo rapidamente. Sebbene nel 2021 la domanda di carta da macero di diversi Paesi sia stata sostenuta da un incremento dell’approvvigionamento delle produzioni interne, il commercio internazionale della carta da macero resterà comunque essenziale per il futuro, sia per bilanciare le eccedenze che per garantire un mercato competitivo e la possibilità per tutti gli stati di usare materie prime da riciclo di alta qualità.
Da circa 15 anni, l’Italia è esportatrice netta di maceri con un valore che è stato di 1,28 milioni di tonnellate nel 2021, a fronte di importazioni per 0,33 milioni di tonnellate. Con il graduale sviluppo delle raccolte differenziate di carta e cartone, la capacità degli operatori del riciclo e del commercio ha garantito con le esportazioni uno sbocco al surplus di carta da macero rispetto al fabbisogno del Paese e, al contempo, di superare con largo anticipo gli obiettivi europei. Anche nel I semestre 2022 India, Indonesia, Austria e Germania si confermano i principali partner.
Centrale resta il tema della concorrenza: favorire una adeguata concorrenza nel settore del trattamento e recupero di materia prima dai rifiuti è di fondamentale importanza per promuovere lo sviluppo del settore e una sempre migliore circolarità. Nelle proposte di riforma concorrenziale ai fini della legge annuale per il mercato e la concorrenza che l’anno scorso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri, il paragrafo B “Il ruolo della concorrenza nella promozione di un’economia circolare nel settore dei rifiuti” riporta dati che mostrano come l’attività del riciclo promuova la “concorrenza dinamica” e sia capace di incrementare il PIL di un’ulteriore 0,5% entro il 2030 creando circa 700.000 nuovo posti di lavoro. L’AGCM riporta inoltre una serie di elementi e considerazioni che ribadiscono come sia necessario assicurare dinamiche competitive e agire sulle criticità connesse alla mancata piena applicazione del principio di concorrenza. La Legge 5 agosto 2022 ha solo in parte recepito le proposte dell’AGCM, Unirima ritiene quindi che sia necessaria una netta inversione di rotta che recepisca appieno quanto indicato dall’Antitrust ed inoltre che una sana concorrenza non possa prescindere da una completa detassazione per le attività economiche che affidano la gestione dei rifiuti recuperabili al mercato.