Risolti i contenziosi che gravavano sull’ex area Eternit, a Bagnoli può ripartire il piano di bonifica. Il Comune risparmia 80 milioni e la risoluzione delle pendenze porterà nuovi investitori. Sbloccata anche la ricostruzione di Città della Scienza: la prossima conferenza dei servizi autorizzerà la partenza dei lavori sulla nuova collocazione designata.
Le buone notizie arrivano dalla riunione della Cabina di regia per Bagnoli, presieduta dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, che si è tenuta ieri negli uffici del Comune di Napoli.
“Nel corso della riunione è stata approvata la transazione giudiziaria tra tutti i soggetti pubblici interessati alla vicenda dei suoli di Bagnoli – ha affermato alla conclusione dei lavori il sindaco di Napoli e Commissario per Bagnoli, Gaetano Manfredi – questo libera i suoli da tutti i vincoli che c’erano e consente al Comune di Napoli di risparmiare 80 milioni di euro, per i quali era stato condannato, aprendo una nuova stagione per la bonifica del territorio. Non è solo una buona notizia per le nostre casse, ma anche perché senza contenziosi sarà più facile attirare investitori”.
Il contenzioso Bagnolifutura
Gli 80 milioni cancellati dal debito del Comune sono quelli che avrebbe dovuto dare alla allora Iri, oggi Fintecna, proprietaria dei suoli di Bagnoli, a causa del fallimento di Bagnolifutura, la società di trasformazione urbana che dal 2002 al 2014 ha gestito il progetto di riconversione dell’area di Bagnoli. Una vicenda quasi ventennale.
Bagnolifutura ha citato Fintenca per 300 milioni ritenendo la società di Stato responsabile del suo fallimento per la mancata disponibilità dei suoli. Fintecna ha chiesto alla fallimentare 120 milioni per il mancato pagamento di Bagnolifutura. Contenziosi aperti c’erano con l’Autorità portuale e con la stessa Invitalia che è il soggetto attuatore della rigenerazione urbana di Bagnoli. Tutti soldi figurativi, ma frutto di richieste vere che hanno paralizzato il risanamento dell’area ex Italsider. Con il paradosso che l’unico valore reale in campo era ed è quello dei suoli non ancora sottoposti a bonifica.
La soluzione è arrivata grazie alla trattativa portata avanti dal sub commissario Dino Falconio. La richiesta alla Fallimentare è stata di 200 milioni, ammessi al pagamento 110 ma di questi ne verranno pagati i due terzi poco meno di 60 milioni e tutti a carico dello Stato, atteso che Bagnoli è un Sin, Sito di interesse nazionale. E a inquinare è stata l’industria di Stato. Questo il ragionamento di fondo che ha tenuto in piedi e fatto concretizzare l’accordo.
La bonifica
La bonifica dell’amianto è stata completata e la certificazione da parte dell’Arpac potrebbe arrivare entro fine anno. Le due gare per la bonifica del lotto fognario e per l’area del Parco dello sport sono state indette a luglio e dovrebbero essere aggiudicate nel giro di qualche settimana. Da quel momento ci sono due anni di tempo per completare le bonifiche.
Nel frattempo si lavora anche dal punto di vista tecnico sulla bonifica a mare, con l’Istituto Superiore di Sanità, Ispra e i ministeri competenti. “Definita la bonifica dei fondali, saranno fatte anche le considerazioni sulla rimozione della colmata a mare”.
Con l’occasione il sindaco si è espresso anche sulla questione del “troppo pieno” delle fogne urbane che scatta in occasioni di bombe d’acqua e violenti temporali, scaricando in mare tutti i liquami. L’ultimo episodio si è verificato pochi giorni fa, con escrementi, topi e rifiuti di ogni tipo che galleggiavano nelle acque protette tra Nisida e la Gaiola.
Il Praru di Bagnoli prevede la realizzazione di un secondo scarico fognario nel mare di Coroglio (oltre a quello Cala Badessa). La portata oggi è di 100 metri cubi al secondo, mentre con il secondo collettore previsto dal Praru, si passerà a 190.
“Il troppo pieno è il sistema di sicurezza del nostro impianto, altrimenti scoppierebbero le fogne in città – spiega il sindaco – Con l’attuale progetto non verrà aumentata la quantità, ma la velocità del getto. Inoltre, vogliamo migliorare la grigliatura per i rifiuti solidi. Faremo tutto ciò che è tecnicamente fattibile”.
La nuova Città della Scienza
Infine, nel corso della cabina di regia è stata anche sbloccata la ricostruzione di Città della Scienza, distrutta dall’incendio nel 2013. “Avrà una nuova collocazione nel parcheggio attiguo, e dunque in una zona già bonificata – ha detto Manfredi – indiremo la Conferenza dei servizi che ci consentirà di dare i titoli autorizzatori per la partenza dei lavori”.
Sulla questione della nuova collocazione, il Comune di Napoli sosteneva da tempo la necessità di ricostruire su un’area interna rispetto alla linea di costa, mentre Fondazione Idis voleva il Museo sulle ceneri del vecchio, proprio vicino al mare. La mediazione è giunta proprio da Fondazione Idis che ha proposto una terza via: costruire non sulla costa, ma nell’area oggi adibita a parcheggio, che ha il vantaggio di non richiedere alcuna bonifica e, quindi, permette una costruzione in tempi più stretti.