Corsi e ricorsi, soprattutto ricorsi. Come quello che ha bloccato e ora azzerato l’affidamento del bando di bonifica della ex Vinal di Santa Giuletta, nell’Oltrepo Pavese. L’azienda, con i suoi 15mila metri quadrati di amianto e un lungo elenco di sostanze tossiche ancora da smaltire, è in attesa da anni di messa in sicurezza e riqualificazione.
Il ricorso, sollevato a marzo da parte di una delle ditte interessate a partecipare alla gara, è stato infatti accolto dall’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) che ha valutato “non conforme alla normativa di settore” lo svolgimento della procedura di selezione.
A marzo il Comune aveva già sospeso il bando in via cautelativa, presentando ad Anac un dossier in cui chiarire i punti contestati dalla ditta: in particolare la scelta della tipologia di appalto (servizi) e alcuni requisiti richiesti dal Comune alle aziende per poter partecipare.
L’Anac ha però accolto le osservazioni espresse dalla ditta e ha giudicato non conforme la “lex specialis”, ovvero l’insieme di tutte le norme (bando, lettera d’invito, disciplinare, capitolato d’appalto) che regolano la selezione di un contraente: “L’oggetto prevalente dell’appalto risulta costituito da “lavori” ai quali vanno ricondotte non solo la demolizione delle strutture in acciaio e legno, ma anche le attività di rimozione delle coperture in cemento amianto e la realizzazione della nuova copertura, restando confinata all’area di servizi la sola movimentazione, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti”.
Le osservazioni inviate dal Comune ad Anac, a difesa della pratica, non sono state sufficienti: per l’ufficio Precontenzioso e Pareri dell’autorità non ci sono margini per riaprire un riesame. A questo punto, il Comune non ha potuto fare altro che revocare il bando e dovrà ripartire da zero con una nuova gara.
L’intera faccenda, di fatto, ha paralizzato l’iter per quasi un anno. Il primo lotto della messa in sicurezza del sito abbandonato riguarda la rimozione e smaltimento di 15.000 metri quadrati di coperture in amianto, la parziale demolizione di strutture in acciaio e legno, il trasporto e smaltimento dei rifiuti prodotti e la realizzazione di una nuova copertura. I lavori sono stati finanziati con 886.000 euro dei 2,2 milioni che la Regione aveva stanziato nel 2018 per la bonifica complessiva dell’ex fabbrica, sotto sequestro dal 2006.
La Vinal, che nel periodo d’oro contava centinaia di dipendenti, nacque nel 1943 per la produzione di vino passito e nel dopoguerra divenne una distilleria leader a livello italiano e internazionale per la produzione di acido tartarico. Negli anni Novanta, con la morte del fondatore, l’azienda iniziò il suo declino: prima venne acquisita e poi fatta fallire nel 2005. Nel 2006 l’intera area venne posta sotto sequestro per ordine della Procura di Nocera Inferiore e iniziarono le paure per l’aumento di casi di tumore da eternit nei paesi accanto. Furti e atti vandalici completarono il disastro: nel novembre 2013 la manomissione di una cisterna provocò lo sversamento di 100 ettolitri di olio combustibile nei campi circostanti e nel vicino canale di scolo. La Regione intervenne con 350 mila euro per la bonifica urgente.
Nel 2017 il sindaco di Santa Giuletta, Simona Dacarro, emanò un’ordinanza urgente per la rimozione dei rifiuti tossici nei confronti di curatore fallimentare, custode giudiziale e ultimo proprietario degli immobili, ovvero Intervini srl di Nocera Superiore. Il mancato rispetto dell’ordinanza ha consentito al Comune di intervenire d’ufficio, grazie anche ai fondi nel frattempo stanziati dalla Regione. Ma il bando, contestato, va rifatto.