Il cantiere della Pim (Piombino Industrie Marittime) si prepara a ricevere e demolire quel che resta della Berkan B. La motonave battente bandiera panamense arriverà a Piombino dal porto di Ravenna intorno a metà dicembre.
L’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Centro Settentrionale e il Gruppo Fagioli hanno annunciato la conclusione delle operazioni di recupero del relitto della nave nel porto di Ravenna. Operazioni che hanno richiesto l’intervento di tecnologie e soluzioni avanzate, per oltre 40.000 ore lavoro tra ingegneria e tecnici specializzati.
Per il sollevamento dell’ultimo troncone del relitto, del peso di circa 800 tonnellate, Fagioli “ha sviluppato una soluzione tecnica unica e probabilmente mai adottata in Italia studiando un tiro combinato di tre gru tralicciate della portata complessiva di 1.750 tonnellate posizionate su un mezzo navale. Le gru hanno preso carico in modo graduale durante la notte fino al sollevamento finale e successivo posizionamento, avvenuto durante la mattinata, su una chiatta oceanica precedentemente allestita”.
Completate le ultime attività di messa in sicurezza, il pontone inizierà il suo ultimo viaggio verso il cantiere di demolizione di Piombino (Piombino Industrie Marittime). Il progetto è stato particolarmente impegnativo dal punto di vista prima ingegneristico e poi operativo, anche a causa della differenza riscontrata tra i dati tecnici storici di riferimento della nave e quelli realmente riscontrati durante le varie attività di progetto.
Il commento di Fabio Belli, amministratore delegato di Fagioli, su Shipping Italy: “Il recupero del relitto della Berkan B è stato un’altra impresa unica nel suo genere che ha visto i tecnici Fagioli protagonisti grazie alla propria indiscussa capacità tecnico-operativa che ha consentito lo svolgimento dei lavori nel rispetto dei più alti standard di qualità, sicurezza e attenzione all’ambiente”.
L’affondamento della nave Berkan B nello scalo romagnolo, con fuoriuscita di idrocarburi, aveva innescato l’apertura di un’indagine della Magistratura il cui epilogo è stata la richiesta di rinvio a giudizio per inquinamento ambientale del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Daniele Rossi, e del segretario generale, Paolo Ferrandino.
Il Tirreno ricostruisce l’annosa vicenda della Berkan B.: già relitto nel 2010, abbandonata dalla proprietà nel 2011, era affondata nel porto di Ravenna nel 2017, con proteste e prese di posizione di Italia nostra e altre associazioni ambientaliste per la contaminazione delle acque con idrocarburi ancora presenti a bordo. Tutti elementi che hanno portato all’avvio di un’indagine della Procura. La Berkan B è rimasta ferma in porto per anni con altri tre relitti di imbarcazioni di media dimensione, giunte a Ravenna nel 2006, fermate per questioni legate sia alla sicurezza che alla situazione di indebitamento del proprietario, e oggi ridotte a carcasse arrugginite.
Alla Pim arriveranno circa 1200 tonnellate di ferro e acciaio della motonave, già sezionate in grandi blocchi e pronti per la demolizione. La stessa società Fagioli si occuperà del trasporto del materiale alla banchina di Piombino. “Questa della Berkan B. è un’altra delle cose che stiamo facendo a Piombino anche se certo non ci limiteremo alle demolizioni – dice ancora al Il Tirreno Valerio Mulas, Ad di Pim – Questi lavori aprono sempre nuovi fronti, intanto in cantiere operano una settantina di lavoratori tra diretti e indiretti, col coinvolgimento di varie ditte della zona”. Per ovviare ai problemi energetici, si sta lavorando per un grande impianto fotovoltaico sul tetto del capannone, che potrà produrre 400 chilowatt.