Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto per il piano di messa in sicurezza e bonifica della Ferriera di Servola a Trieste. L’annuncio arriva da un Tweet del Mise, poco dopo la visita che il ministro ha fatto negli impianti Arvedi di Servola.
L’intervento costa una quarantina di milioni e ha l’obiettivo di evitare lo sversamento in mare di sostanze inquinanti che si sono accumulate nel terreno nel corso dei decenni.
La Ferriera di Servola è un ex complesso industriale, un tempo specializzato nella produzione di ghisa destinata ai settori metalmeccanico e siderurgico. Si estende per 560.000 metri quadri, in cui sorgono la cokeria, l’impianto di agglomerazione, due altiforni e la macchina a colare (per la solidificazione della ghisa in pani). Fondata nel 1896 dalla Krainische Industrie Gesellschaft, dopo le due guerre del ‘900 subisce una serie di passaggi di proprietà.
Tra ristrutturazioni e cessioni giunge al nuovo secolo: nel 2002 viene chiusa l’acciaieria e l’impianto si regge grazie ad altoforno, cokeria e alla centrale termoelettrica, alimentata dai gas di risulta. Nel 2015 il gruppo italiano Arvedi acquisisce l’intero impianto, già inserito nelle aree di crisi complessa, e sottoscrivendo un Accordo di Programma con le istituzioni per la messa in sicurezza ambientale e la reindustrializzazione dell’intera area. L’area a caldo è stata chiusa il 9 aprile 2020 e a settembre dello stesso anno sono partiti i lavori di dismissione.
Le demolizioni sono in fase di completamento e si preparano i cantieri per la costruzione delle nuove fabbriche. Il Gruppo Arvedi, infatti, oltre a contribuire al risanamento di uno dei siti SIN più inquinati d’Italia, metterà in atto la prima riconversione green di una acciaieria in Europa. Il tutto con un investimento di oltre 320 milioni, di cui almeno 250 spesati da Arvedi e il resto sostenuti da finanziamenti statali.
A Trieste l’energia del nuovo impianto verrà da idrogeno verde e da una centrale a gas di ultima generazione. Trieste e Cremona: due stabilimenti complementari, uniti da un treno navetta per portare in riva al mare la materia per realizzare i coils zincati e verniciati. E ancora in treno il prodotto finito partirà alla volta dei mercati finali, ossia l’Europa centro-orientale. In tutto nella cornice del Green Deal voluto dall’Ue, per cui gli acciaieri europei si sono impegnati a ridurre entro il 2030 del 30% le emissioni rilevate nel 2018 e alla neutralizzazione entro il 2050.
Nel corso della recente visita del ministro agli impianti Arvedi di Servola, l’a.d. del gruppo cremonese, Mario Caldonazzo, ha quindi sottolineato le scadenze e sollecitato le autorizzazioni: “Il programma di investimenti è stato da tempo lanciato e la società Danieli di Buttrio consegnerà gli impianti a partire dal prossimo marzo 2022. Pertanto, è indispensabile che tutte le autorizzazioni relative all’Accordo di programma e al relativo Piano industriale vengano rilasciate in tempi oramai rapidissimi in modo che, dopo tanti sforzi, si possa dare inizio ai lavori e rispettare l’accordo sindacale riducendo a soli due anni il periodo di Cig dei lavoratori della nostra azienda”.
Caldonazzo ha inoltre dichiarato che “lo smantellamento dell’area a caldo è pressoché terminato e siamo pronti a costruire due nuovi capannoni per creare un sito di lavorazioni secondarie capace di trasformare 1 milione di tonnellate di prodotti, incrementando naturalmente la forza lavoro”.