È affidato a Roberto Cingolani il nuovo ministero della Transizione ecologica istituito dal nascente governo guidato da Mario Draghi. Milanese, classe 1961, un passato da fisico e ricercatore, Cingolani è attualmente responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo Spa. La Transizione di cui dovrà occuparsi sarà un’idra a tante teste, almeno quattro, difficile domare.
Ambiente, Sviluppo, Trasporti, Agricoltura
Il nuovo e potenziato ministero dell’Ambiente quasi certamente assorbirà le competenze in materia energetica di altri ministeri. In particolare quelle dello Sviluppo, ma non solo. Altre deleghe importanti sul fronte della transizione ecologica sono allocate presso altri ministeri. Nelle Infrastrutture e trasporti si gestiscono gli incentivi alla mobilità per gli autotrasportatori e nell’Agricoltura quelli per i biocombustibili.
Inoltre Cingolani dovrà presiedere un nuovo Comitato Interministeriale (proprio per la transizione ecologica) che si potrebbe aggiungere o sovrapporre ad altri comitati. Innanzitutto al Cipe (lo storico Comitato interministeriale per la programmazione economica) che dal primo gennaio 2021 non a caso è diventando Cipess: dove le due ultime lettere stanno per “sviluppo sostenibile”.
In tema di sovrapposizioni, saranno da affrontare anche le duplicazioni e gli incroci di funzioni e personale direttivo. Il ministero dell’Ambiente attuale già prevede un Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi, a cui fanno capo quattro direzioni generali: economia circolare; clima, energia e aria; crescita sostenibile; risanamento ambientale. Ognuna di esse ha una sua struttura e altrettanti direttori.
Una matassa difficile da dipanare: la Transizione ecologica non è un super ministero, come parte delle associazioni ambientaliste paventavano, ma proprio per questo la gestione di competenze tanto trasversali potrebbe essere anche più complessa.
Roberto Cingolani
Chi è il nuovo ministro del ministero più discusso in questi giorni? Nato a Milano nel 1961, Roberto Cingolani è cresciuto a Bari, dove si è laureato in Fisica nel 1985 e ha conseguito il dottorato nell’1988 perfezionandosi poi nel 1990 alla Normale di Pisa.
Dal 1992 al 2004 è professore all’università del Salento, anni in cui il National Nanotechnology Laboratory diventa polo d’eccellenza internazionale. Trascorre poi un periodo come visiting professor alla Tokyo University e all’americana Virginia Commonwealth University. Nel 2005, in qualità di direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova lancia il programma interdisciplinare Humanoid Technologies: l’imitazione tecnologica della natura alla ricerca di soluzioni per migliorare la qualità della vita. Proprio a Genova Cingolani ha registrato personalmente 48 famiglie di brevetti.
Dal 2019 è chief innovation officer di Leonardo Spa e fino al giugno 2020 è stato uno dei membri della task force governativa guidata da Vittorio Colao per affrontare la Fase 2.
Il campo di ricerca di Cingolani tocca la fisica, la spettroscopia di semiconduttori, le nanotecnologia, la scienza dei materiali e la robotica. Uno scienziato ma anche un umanista, come dichiarato nel 2019 a Forbes: “Una società della conoscenza ha più probabilità di creare buone persone. Si va da una società animale non sapiens a una società sapiens, che è in grado di capire quello che succede e di valutare che ogni azione ha una conseguenza. Non è solo un principio fisico, è prima di tutto un principio etico”.
Sei priorità per l’Ambiente
La miglior presentazione di Roberto Cingolani è quella che fa lui stesso, congedandosi dalla sua rubrica su Green&Blue: “In queste settimane avrei dovuto completare l’analisi delle tappe importanti della tecnologia e poi passare ai problemi di sostenibilità globale indotti dal progresso di Homo Sapiens. Come potete immaginare la nomina a ministro di questi giorni mi impedisce di continuare il lavoro. Ho pensato allora di dare al direttore di Green&Blue gli articoli che avevo cominciato a impostare. Per quanto non definitivi, danno comunque delle informazioni utili, se non a completare, almeno ad abbozzare il discorso complessivo”.
Intelligenza globale, effetti collaterali dell’innovazione, energie rinnovabili, un nuovo modello per le città, gli accordi di Parigi e l’aria pesante sono le sei tematiche prioritarie che il nuovo ministro ha consegnato ai lettori (qui i sei articoli relativi) e che danno immediatamente conto del suo prossimo impegno.