Nuove tecnologie, materiali innovativi ed emissioni ridotte: la filiera del cemento e del calcestruzzo si muove in direzione eco-sostenibile. Ma occorre uno sforzo maggiore: semplificazione normativa, incentivi finanziari, centri di raccolta degli inerti sul territorio e tassazione pesante sul conferimento in diascarica.
È quanto emerge dal Rapporto di Sostenibilità del settore realizzato da Federbeton, che nell’ambito di Confindustria rappresenta le Associazioni della filiera del cemento, sulla base dei dati raccolti presso le aziende riunite in AITEC Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento.
I dati del Rapporto di sostenibilità di Federbeton
La rilevazione si riferisce al periodo 2016-2018 e mette a fuoco il contributo del settore del cemento alla sostenibilità e più in generale all’economia circolare, in termini di risultati tangibili e potenzialità ulteriori. Notevoli le cifre del triennio 2017-2019: 110 milioni di euro investiti in tecnologie innovative per gli impianti e la protezione dei lavoratori, 420 mila tonnellate di combustibili di recupero utilizzati in sostituzione di quelli fossili, 1,6 milioni di tonnellate di materiali alternativi (rifiuti non pericolosi, sottoprodotti) recuperati e utilizzati in sostituzione di calcare e altre materie prime naturali, 311.615 tonnellate di anidride carbonica non emessa in atmosfera, con un miglioramento dell’11,9% della performance ambientale.
«Il dibattito sul Recovery Fund apre uno scenario inedito: a possibilità di trasformare in chiave sostenibile il sistema economico-produttivo, coinvolgendo anche il patrimonio edilizio e infrastrutturale. Una possibilità che chiama in causa le migliori energie del Paese e a cui sentiamo la responsabilità di concorrere, confermando e rafforzando il nostro impegno ambientale – commenta Roberto Callieri, presidente di Federbeton – Riducendo costantemente la propria impronta ambientale e realizzando materiali sempre più intelligenti e green, stiamo mettendo in campo uno sforzo senza precedenti in termini di progettualità, investimenti, energie e professionalità».
Cosa ancora manca
Il Rapporto restituisce la fotografia di un settore protagonista dell’economia circolare. Le potenzialità del comparto in ottica di sostenibilità sono più ampie di quanto finora espresso. «Purtroppo il permanere di ostacoli burocratici e una percezione viziata da falsi miti allontanano l’industria italiana dal panorama e dagli obiettivi europei rendendo più difficile la strada verso la decarbonizzazione» rileva Calleri.
Affinché le potenzialità possano tradursi in opportunità è fondamentale procedere con interventi che sblocchino, a livello autorizzativo e burocratico, la transizione verso un grado sempre maggiore di sostenibilità. Il settore manca ancora di un decreto End of Waste dedicato, che le associazioni e gli addetti ai lavori chiedono da tempo.
Secondo Federbeton, gli ambiti sui quali agire con maggiore urgenza sono due: l’utilizzo di combustibili di recupero contenenti biomassa in sostituzione delle fonti fossili, come il CSS (Combustibile Solido Secondario), e l’impiego dei rifiuti da costruzione e demolizione come aggregati per la produzione di calcestruzzo strutturale.
Il primo è uno dei principali strumenti a disposizione dell’industria del cemento per ridurre, in tempi brevi e compatibili con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla UE, le proprie emissioni di CO₂. Il tasso di sostituzione dell’industria italiana è del 20,3%, dove la media europea viaggia intorno al 47%. Epppure, da un punto di vista tecnologico, gli impianti italiani sono già attrezzati per sostenere un tasso pari almeno al 50%.
Situazione analoga nell’utilizzo dei rifiuti da costruzione e demolizione come aggregati per la produzione di calcestruzzo, una pratica che consentirebbe al comparto di impiegare come risorsa materiali altrimenti destinati alla discarica. Da una stima Federbeton emerge che, considerando un tasso di sostituzione medio del 30% del materiale naturale con quello riciclato e una produzione di circa 28 milioni di metri cubi di calcestruzzo (dato 2019), si potrebbe ottenere un risparmio di aggregati naturali di oltre 15 milioni di tonnellate. Ovvero, un mancato conferimento in discarica di materiali di scarto del settore delle costruzioni e demolizioni pari a circa il 10% del totale di rifiuti speciali ogni anno prodotti in Italia.
Le proposte di Federbeton
Le proposte di Federbeton comprendono:
- Semplificazione normativa per l’utilizzo del CSS Combustibile o End of Waste, come definito dal D.M.22/2013, praticabile attraverso una comunicazione all’autorità competente per l’aggiornamento dell’AIA dell’impianto.
- Finanziamenti agevolati per gli impianti di produzione di aggregati riciclati e IVA agevolata su tali prodotti.
- Implementare la demolizione selettiva e i centri di raccolta dei rifiuti di costruzioni e demolizioni sul territorio, per separare in modo efficace le frazioni inerti utilizzabili nel cemento e nel calcestruzzo strutturale dagli altri costituenti.
- Aumentare la tassazione per il conferimento in discarica, ancora troppo conveniente rispetto al riciclo dei materiali.