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PFU: “Luci e ombre” sul decreto End of Waste appena pubblicato

pneumatici fuori uso
Foto di recyclind da Pixabay

Pubblicato da pochi giorni su Gazzetta ufficiale, fa già discutere il decreto End of Waste per la gomma riciclata PFU (Pneumatici fuori uso). Dopo l’iniziale soddisfazione da parte del consorzio Ecopneus, si affacciano “luci e ombre” secondo Unirigom.

L’atteso provvedimento, firmato ad aprile dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, è particolarmente importante per tutta la filiera del riciclo dei PFU, soprattutto in questo momento di ripartenza dopo le difficoltà dovute all’emergenza Covid-19.

Principali novità del decreto EoW per i PFU

Tra le principali novità novità introdotte dal decreto spiccano:

  • l’obbligo per gli impianti di trattamento di dotarsi di un sistema per il lavaggio degli pneumatici fuori uso in ingresso per eliminare le impurità superficiali;
  • l’istituzione di campionamenti e analisi sul materiale riciclato in uscita;
  • la certificazione del produttore su ogni lotto di produzione del materiale riciclato;
  • un sistema di test e di tracciamento a garanzia di uniformità, su tutto il territorio nazionale, della qualità e sicurezza della gomma riciclata da PFU prodotta in Italia e delle applicazioni realizzate con granulo e polverino da parte di un numero sempre crescente di aziende specializzate.

Ecopneus

“Siamo molto soddisfatti della pubblicazione di questo decreto che attendevamo da tempo e dell’impegno del Ministero, al quale abbiamo dato sempre il nostro pieno supporto e con il quale abbiamo stabilito un dialogo e un confronto costante” ha dichiarato Giovanni Corbetta, direttore Generale di Ecopneus, la società consortile senza scopo di lucro principale operatore della gestione degli Pneumatici fuori uso in Italia, che recupera ogni anno circa 200.000 tonnellate di PFU “Oggi abbiamo tutti gli strumenti anche normativi per contribuire ad incrementare quantità e qualità dei materiali riciclati dai PFU e guardare ai prossimi anni con rinnovato slancio. È la dimostrazione che il Green Deal italiano passa anche dal riciclo degli PFU”.

Unirigom

“Dopo quasi quattro anni di gestazione, non possiamo che accogliere positivamente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto End of Waste sugli pneumatici fuori uso – è il commento di Unirigom, l’Unione nazionale delle imprese che effettuano la frantumazione e il trattamento degli pneumatici fuori uso, aderente a Fise Unicircular – Un nuovo positivo passo per l’industria del riciclo che però comporterà inevitabilmente difficoltà applicative ed oneri a carico delle imprese del settore, da individuare, valutare ed affrontare fin dalle prime fasi di implementazione per porre in essere opportune misure e soluzioni. Il Decreto presenta inoltre diverse imprecisioni e alcune limitazioni alla possibilità di generare nuovi prodotti dagli pneumatici dismessi, non sufficientemente motivate né da un punto di vista tecnico, né ambientale”.

La gestione dei lotti

La principale criticità rilevata è legata alla necessaria riorganizzazione delle modalità operative degli impianti e all’incremento dei costi che questi dovranno sostenere per rispettare quanto previsto dal nuovo decreto. In particolare, la gestione dei lotti, secondo le nuove regole, obbligherà gli impianti alla riorganizzazione delle aree di stoccaggio della cosiddetta gomma vulcanizzata granulare (GVG) che cessa di essere rifiuto; operazione che potrà implicare anche la riduzione dei quantitativi gestibili. L’accertamento di conformità alle specifiche del Decreto andrà infatti effettuato separatamente e specificamente per ciascun lotto, non superiore a 1.000 tonnellate.

L’associazione evidenzia che questo comporterà maggiori costi complessivi per accertare la conformità del campione di gomma: questo significa che, almeno nel primo anno in cui il campionamento dovrà essere più frequente, tale onere andrà a incidere in modo significativo sui costi complessivi e ciò comprimerà ulteriormente i già ridotti margini di profitto delle imprese produttrici del granulo.

Il sistema di lavaggio

Altro aspetto che sicuramente comporterà la lievitazione dei costi di gestione è l’obbligo per ciascun impianto di dotarsi di un “sistema di lavaggio dei rifiuti, idoneo a rimuovere le impurità dalla superficie degli pneumatici”. La formulazione generica di questa previsione potrebbe generare, nelle autorità preposte al rilascio e al controllo delle autorizzazioni, differenti interpretazioni, con conseguenti impatti difformi sul territorio.

Il nuovo regolamento stabilisce inoltre che il prelievo di campioni avvenga solamente su granuli del diametro compreso tra 0,8 e 2.5 mm, non tenendo in conto i prodotti di GVG aventi diversa classificazione granulometrica (polverini 0-0,8 mm, granulati 1-4 mm, ecc.). A tale riguardo, sarebbe stato opportuno fare riferimento alla norma UNI CEN 14243 (in cui è riportata la definizione di granulo e degli altri prodotti di GVG), anziché a quella UNI 10802, relativa al campionamento dei rifiuti in generale.

L’esclusione di alcune tipologie di PFU

Unirigom sottolinea poi che inserire tra le tipologie di PFU esclusi per la produzione di End of Waste quelli derivanti da stock storici e abbandonati o sotterrati potrebbe precludere l’utilizzo di pneumatici perfettamente utilizzabili per la produzione di GVG. Pertanto, se l’esclusione di pneumatici abbandonati a bordo strada o interrati risulta comprensibile, lo è meno quella di PFU correttamente stoccati e magari abbandonati all’interno di magazzini a seguito di un fallimento o altro evento occorso a chi era tenuto alla loro gestione.

Un ultimo aspetto che merita attenzione riguarda il riduttivo elenco dei possibili utilizzi della gomma rispetto a futuri impieghi non ancora esplorati, ma ammissibili. In particolare, poi, le indicazioni sull’utilizzo negli “strati inferiori di superfici ludico sportive”, se interpretate in senso restrittivo, potrebbero precludere numerosi attuali utilizzi di granulo e polverino, riducendo così le percentuali di recupero di materia della gomma.

“Nonostante le nostre numerose segnalazioni in sede di confronto con il Ministero dell’Ambiente, questi nodi sono rimasti irrisolti e rappresentano, pur nel positivo quadro della pubblicazione del Decreto EoW, un freno all’ulteriore sviluppo dell’industria del riciclo della gomma vulcanizzata da PFU ed all’aumento della destinazione a riciclo di materia rispetto a quella del recupero energetico. Ci auguriamo che il Ministero voglia prendere in considerazione un rapido aggiornamento del Decreto appena pubblicato” conclude Unirigom.